L’Europa, ancora una volta, grande assente

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Ancora una volta l’Europa si presenta al mondo come il grande assente. Inaffidabile, lenta, disunita. Mentre Stati Uniti e Russia portano avanti una trattativa che ridisegnerà il futuro dell’Ucraina e dell’intero continente, l’Europa resta fuori dalla stanza, spettatrice impotente del proprio destino geopolitico

La proposta di “pace” avanzata negli ultimi giorni – una proposta che di pace ha solo il nome – soddisfa entrambe le potenze sedute al tavolo. Putin otterrebbe il riconoscimento dei territori occupati; Trump, nel suo ritorno sulla scena internazionale, potrebbe riprendersi tutto ciò che negli anni era stato concesso a Zelensky, con gli interessi. Tutto questo mentre l’Europa resta relegata al ruolo di commentatrice, priva di capacità d’influenza.

È inutile girarci intorno: ciò che viene presentato come un accordo è in realtà una resa incondizionata. Non solo la cessione di porzioni di territorio, ma l’isolamento definitivo dell’Ucraina dal mondo libero.

Niente ingresso nell’Unione Europea, niente NATO, niente garanzie reali di sicurezza. Una nazione amputata, esposta, ricattabile. Il passo successivo è già scritto: la richiesta di nuove elezioni e l’ascesa “democratica” di un candidato filorusso. La storia insegna: prima si conquista il territorio, poi si conquista il potere politico.

Quattro anni di guerra. Quattro anni di città rase al suolo, famiglie distrutte, decine di migliaia di civili uccisi, centinaia di migliaia di giovani mandati a morire al fronte su entrambi i lati. Un sacrificio enorme che rischia di essere cancellato da una trattativa che premia l’aggressore e punisce l’aggredito.

E nel frattempo, cosa fa l’Europa? Si limita a dichiarare, a esprimere “preoccupazione”, a convocare riunioni interminabili. Un’Unione capace di produrre ricchezza, ma incapace di difendere i propri confini, i valori che proclama, i popoli che chiedono protezione. La sconfitta maggiore non è solo quella dell’Ucraina. È la sconfitta dell’idea stessa di Europa come attore politico, come garante della pace, come spazio di libertà.

In questi giorni, mentre si discute di accordi e concessioni, ciò che dovremmo celebrare è purtroppo la sconfitta dell’Unione Europea. Una sconfitta che non nasce oggi, ma che oggi si manifesta nella sua forma più evidente: quella di un continente che non sa più difendere se stesso.

cav. Giuseppe PRETE pres. EUROPEAN CHANCELLOR WOA