Bravo Giuseppe Conte ad Atreju

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Conte si è presentato, e ha espresso le sue posizioni in materia di politica interna ed estera e non è caduto alle provocazioni dei giornalisti di regime
Come ad esempio quando Tommasino Cevno ha fatto notare al professore come ci fosse un’assenza sul palco, riferendosi ad elly schlein che non partecipando alla kermesse di fd’i ha voluto così fare le primarie del centrosinistra per stabilire chi fosse il premier dell’opposizione.
Conte ha risposto con classe:
“C’è anche una sedia vuota importante qui, Giorgia Meloni, la padrona di casa, aveva esteso l’invito anche a me, poteva esserci lei da buona padrona di casa”.
Sulle potenziali alleanze future Conte ha risposto chiaramente che il Movimento non è alleato con nessuno e che le Regionali o le Amministrative sono un’altro sport dove ci si ritrova insieme perché c’è un programma condiviso.
Se alle prossime Nazionali verrà fuori un’alleanza dipenderà solo dai programmi ha proseguito Conte, “se ci verranno scritte le nostre battaglie di sempre, dall’etica pubblica alla legalità, alla giustizia ambientale e sociale. Prima il programma, il candidato verrà dopo”.
Anche perché in politica estera il pd è schierato con Forza Italia e Fratelli d’Italia, prono a Zelensky, Usa e Israele.
Poi attributi sulla questione Usa e Superbonus:
“Per me non è patriottismo andare a Washington a genuflettersi e promettere acquisti di gas liquido”.
A quel punto il leader pentastellato è stato interrotto da qualche grido di contestazione, a cui ha replicato: “Non vorrei rompere il clima di festa, ma se volevate sentire altra musica, quella che sentite tutti i giorni non dovevate invitarmi”.
Qualche applauso meloniano invece, lo ha intercettato quando è intervenuto sul Superbonus, chiamando in causa l’ex premier Mario Draghi:
“Da quando è iniziata questa Commissione Covid, non ho mai sentito nominare il nome di Draghi. Avete un problema con Draghi? L’obbligo vaccinale e il green pass sono stati introdotti dal governo Draghi, non da me”.
Sulla Giustizia Conte ha sottolineato le criticità della riforma nordio che non risolve alcun problema sull’imparzialità dei giudici e sulla scelta dei migliori in assoluto.
E infine sulla guerra in Ucraina e l’Europa è stato diretto:
“Io penso che in questo momento in Europa purtroppo non sta incidendo nessuno. Siamo completamente spariti. Se continuiamo a scommettere solo sulla vittoria militare dell’Ucraina sulla Russia, e chiudiamo anche quella porta che dovrebbe rimanere sempre socchiusa della diplomazia, ci ritroveremo con una pace che verrà fatta sopra la nostra testa e sarà un disastro politico per l’Europa perché questa guerra è in Europa”.
Insomma, “dovevamo essere noi i protagonisti del negoziato”, ha concluso l’ex premier.
Andare o non andare questo è il dilemma.
La Schlein ha scelto di non andare perché fa tattica di partito, renzi invece si è presentato perché ad Atreju si trova a suo agio.
Conte ha riferito un altro punto di vista, un altro modo di fare politica, ad una platea eterogenea di ignoranti, gente con pregiudizio e indecisi. E chissà se ha fatto ragionare minimamente qualcuno.
Di sicuro, quando uno è forte dei suoi argomenti ed è in favore dei cittadini meno abbienti, non ha nulla di cui aver timore e si può presentare ovunque. Anche nella peggiore tana del lupo.