Lo sciopero proclamato dalla CGIL si è rivelato, nei fatti, un clamoroso flop
I numeri parlano chiaro: un’adesione intorno al 4%, con percentuali ancora più basse in diversi settori del pubblico impiego. Altro che mobilitazione generale. I lavoratori, semplicemente, non hanno seguito.
Nonostante i tentativi di raccontare una realtà diversa, i dati smentiscono ogni narrazione propagandistica. Maurizio Landini è apparso isolato, distante dal mondo del lavoro reale, incapace di intercettarne bisogni e priorità. Ancora una volta, molta ideologia e pochi lavoratori, con uno sciopero che ha creato disagi ai cittadini senza produrre risultati concreti.
Un sindacato dovrebbe rappresentare i lavoratori, non usarli come strumento per battaglie politiche. E invece questo sciopero è sembrato l’ennesimo atto di una strategia che guarda più alla contrapposizione politica che alla tutela di salari, diritti e condizioni di lavoro.
A forza di tirare la corda, prima o poi si spezza.
Il metodo di Landini appare sempre meno sindacale e sempre più politico: un tentativo, neppure troppo velato, di indebolire il Governo di destra o, in alternativa, di accreditarsi come nuovo leader di una sinistra in evidente crisi di identità.
Una sinistra che oggi sembra accecata dall’odio e incapace di fare vera politica. Non un’opposizione seria, costruttiva, fatta di proposte e confronto parlamentare, ma una sequenza di slogan, tensioni e forzature. Il resto è sotto gli occhi di tutti.
Il cittadino — quello che conta davvero — osserva, riflette e poi decide. E questa volta la risposta è stata netta: basta.
Basta a chi usa il lavoro come bandiera ideologica. Basta a chi confonde il sindacato con un comitato politico permanente.
Un tempo, in Parlamento, maggioranza e opposizione si confrontavano. Le opposizioni presentavano mozioni, proposte di legge, contributi che venivano discussi e, talvolta, condivisi. Il politico di allora pensava all’Italia e agli italiani. Oggi, troppo spesso, assistiamo a una classe dirigente strapagata che obbedisce al leader di turno, rinunciando al confronto e alla responsabilità.
È un fenomeno che, oggi, riguarda soprattutto la sinistra.
E lo sciopero mancato della CGIL ne è l’ennesima, evidente dimostrazione.
cav. Giuseppe PRETE pres. EUROPEAN CHANCELLOR WOA


