NUOVE OPERAZIONI DI TRADING LANCIATE SUI SOCIAL CODACONS PRESENTA ESPOSTO A CONSOB E BANCA D’ITALIA

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DOPO STOP IMPOSTO DA CONSOB TORNANO PROMESSE DI FACILI GUADAGNI 

Con un nuovo esposto inviato a Consob e Banca d’Italia il Codacons torna a segnalare operazioni di trading sospette e apparentemente legate alla figura di Fabrizio Corona.

In questi giorni sulle pagine social che sembrano riconducibili all’ex fotografo viene pubblicizzato il servizio “Corona AI” attraverso il quale si propone ai follower di investire denaro promettendo facili guadagni.

Nei video in questione si parla di “persone che hanno ottenuto grandi risultati di cui vi diamo le testimonianze”, riportando presunte testimonianze di soggetti che avrebbero “ottenuto “200% di margine” o guadagnato 300 euro “senza fare niente”.

Nonostante la Consob lo scorso marzo abbia ordinato la cessazione dell’offerta abusiva di cripto-attività denominata ’memecoin $CORONA’, ancora una volta viene promossa al pubblico una operazione finanziaria sospetta che sembra finalizzata a carpire la volontà del pubblico paventando la possibilità di guadagnare in modo “facile”, a patto che prima si versino dei soldi nella piattaforma – spiega il Codacons nell’esposto – Tale proposizione, resa disponibile tramite le piattaforme Instagram e Facebook attraverso contenuti audiovisivi strutturati allo scopo di generare adesioni, arriverebbe a connotarsi come un nuovo e più insidioso tentativo di sollecitazione al pubblico risparmio, mascherato da “opportunità di guadagno automatico”, “regalo natalizio” o “metodo gratuito”, avvalorato da presunte testimonianze di utenti che dichiarerebbero profitti immediati e privi di rischio.

Non solo. L’utente può registrarsi nel gruppo Telegram “Corona Airdrop” al fine di poter accedere ad un sistema di trading online. Screenshot con operazioni in profitto, messaggi di incoraggiamento “il mio sistema sta volando” e ovviamente audio motivazionali. Si sente: “Questa è adrenalina pura, l’intelligenza artificiale è il futuro ragazzi”. Agli utenti che entrano viene chiesto di mettersi in contatto con una chatbot.

Da una segnalazione pervenuta al Codacons, parrebbe addirittura che, qualora un minorenne volesse accreditarsi iscrivendosi al canale, sarebbe sufficiente per lo stesso fornire il documento di identità di una persona che ha compiuto la maggiore età: a domanda dell’interlocutore minorenne “posso usare il nome di mia madre?” il programma di chat risponde: “Perfetto”.

Per tali motivi il Codacons ha chiesto a Consob e Banca d’Italia di voler valutare ogni iniziativa ritenuta opportuna al fine di prevenire ulteriori pregiudizi per gli utenti, con particolare riguardo ai soggetti minorenni, nonché di accertare la sussistenza di eventuali violazioni e di adottare, ove necessario, i conseguenti provvedimenti sanzionatori e inibitori.