Infatti, mentre il primo avvertiva che le spese militari – pur essendo impopolari – sono necessarie, il secondo pronunciava un discorso potente abilmente oscurato sia dai media sia da tutta la politica che hanno preferito sorvolare sul messaggio papale
Il Pontefice ha detto: “Occorre denunciare le enormi concentrazioni di interessi economici e finanziari che spingono gli Stati al riarmo. Ma ciò non basta, se contemporaneamente non viene favorito il risveglio delle coscienze e del pensiero critico.”
Il Papa, nel suo discorso, chiama anche in causa i modelli educativi e l’ informazione responsabili di una deriva che ci vuole indurre a credere che non ci siano responsabilità umane nelle guerre e nell’assenza di azioni per raggiungere la pace. È come se tutto avvenisse per opera di un destino ineluttabile. Invece no, sono scelte politiche assunte da leader deboli e asserviti agli interessi economici e finanziari.
Attenzione, però, tutti gli attori politici si inchinano a tali poteri per convenienza e per opportunità e tralasciano scientemente il bene dei cittadini ai quali tocca la penetrante trasmissione della paura che è indispensabile per sopirne il dissenso.
Queste sono le ragioni per cui si fingono battaglie pacifiste mentre, per rincorrere il riarmo, si tagliano persino i deboli sostegni previdenziali per chi svolge lavori usuranti.
Tanto, a lavorare duramente anche durante le intemperie non ci stanno mica gli onorevoli! Chi custodisce i valori della nostra Costituzione, forse, è per questi ultimi che dovrebbe spendere qualche monito.



