Venezuela: missione umanitaria dell’OIRD a Caracas per il rilascio del cooperante italiano Alberto Trentini

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Inviato con mandato esplorativo l’Ambasciatore OIRD e Osservatore ONU IHRO Alberto López. Aperto un canale di dialogo diretto con le autorità venezuelane

Roma – Si apre un nuovo e concreto canale di interlocuzione per il rilascio e il rientro in Italia di Alberto Trentini, cooperante umanitario italiano di 46 anni, originario del Lido di Venezia, detenuto da oltre un anno nel centro penitenziario venezuelano El Rodeo I, nello Stato di Miranda.

L’iniziativa è promossa dall’O.I.R.D. – Organizzazione Internazionale per lo sviluppo delle Relazioni Diplomatiche, ente emanato dal C.I.C.S. – Comitato Internazionale Cooperazione e Sviluppo, affiliato all’International Human Rights Observer (IHRO), e si colloca in un quadro esclusivamente umanitario e di tutela dei diritti umani, distinto da qualsiasi negoziato politico bilaterale tra Stati.

Con mandato esplorativo ufficiale, conferito dal Supremo Consiglio OIRD e firmato dal Presidente mondiale Amb. Prof. Gennaro Ruggiero, nonché dalla Responsabile dell’Ufficio di Rappresentanza di Roma Amb. Dr.ssa Michela Turco, è stato inviato in Venezuela l’Ambasciatore OIRD e Osservatore ONU IHRO Dr. Alberto Rafael López Moreno, con l’obiettivo di verificare le condizioni di detenzione dei cittadini italiani privati della libertà e di avviare un dialogo istituzionale con le autorità locali.

La missione, avviata il 13 dicembre 2025 e successivamente prorogata fino al 24 dicembre 2025, si svolge nel pieno rispetto delle normative internazionali e dei protocolli diplomatici vigenti.

L’Amb. López, cittadino venezuelano con base a Vienna e profonda conoscenza del contesto istituzionale del Paese, ha raggiunto Caracas dopo un itinerario che ha incluso Francia, Colombia e Panama, aggirando le attuali restrizioni allo spazio aereo. Nelle prime ore della missione ha incontrato esponenti delle istituzioni venezuelane e si è recato personalmente presso il carcere di El Rodeo I, dove ha avuto un colloquio diretto e definito “cordiale” con la direzione del penitenziario. Pur non avendo potuto incontrare direttamente Alberto Trentini, l’accesso alla struttura rappresenta un segnale rilevante di apertura.

La roadmap della missione prevede inoltre un incontro con il Presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela, Nicolás Maduro, al quale l’Amb. López consegnerà una lettera autografa della madre di Alberto Trentini, Armanda Colusso, pervenuta tramite la legale della famiglia, avv. Alessandra Ballerini.

«Sono qui per favorire un gesto di umanità e riportare Alberto a casa – ha dichiarato López –. Il mio operato non si fonda su scorciatoie, ma su rispetto, ascolto e diplomazia, capaci di costruire ponti anche nei contesti più complessi».

L’azione dell’OIRD è il risultato di un lavoro riservato e continuativo durato diversi mesi, coordinato dall’Amb. Michela Turco e sostenuto dal Presidente Ruggiero. «Abbiamo scelto il silenzio operativo – spiega López – per non compromettere una trattativa delicata. Solo ora, a fronte di segnali concreti, riteniamo corretto rendere pubblica la missione».

L’OIRD sottolinea come questa iniziativa non rappresenti una mediazione politica, bensì un’azione diplomatica umanitaria, fondata sui principi della dignità della persona, del diritto internazionale e della protezione dei civili. In un contesto regionale segnato da forti tensioni geopolitiche e da uno stato di allerta permanente, l’obiettivo resta quello di ottenere un esito positivo nel rispetto reciproco delle istituzioni coinvolte.

«Possiamo affermare che qualcosa si sta muovendo – conclude López –. Restituire la libertà ad Alberto significherebbe restituire pace a una famiglia e riaffermare il valore universale dell’umanità, al di là delle ideologie».

A oltre 400 giorni dalla detenzione, questa è la fase più avanzata mai raggiunta nel percorso verso il rientro in Italia di Alberto Trentini