Egregio ministro,
in questi ultimi anni, ho letto spesso, direi quotidianamente, a proposito di ritardi e disservizi sulla rete ferroviaria italiana. Nonostante questo, in spregio del pericolo, ho sfidato la sorte e ho deciso di raggiungere Lecce per poi rientrare a Roma, proprio oggi, con una freccia.
Lei che conosce benissimo le infrastrutture, Lei che lavora dalla mattina alla notte per il bene della Nazione, Lei che non arretra davanti a nessuna difficoltà e impavido progetta e promette strade, autostrade, porti, aeroporti e ora anche ponti, non potrà non sapere che il treno delle 6 da Lecce a Roma ha, dapprima, accumulato un’ora di ritardo, poi due, poi tre ma confido che si possa ancora fare di meglio.
La ringrazio a nome di tutti i passeggeri.
Egregio ministro, come dicevo, so che lei ha tanti impegni, La vedo sempre così affrettato e di corsa che immagino sia preso da tanti pensieri. Lei affronta le insidie del mondo a testa alta e senza tentennamenti, Lei che tutto può, non è che potrebbe pure occuparsi dei treni in ritardo? Sa, sono trascorsi più di tre anni da quando la sua notevolissima personalità ricopre l’incarico di ministro dell’infrastrutture, non è che, tra una cosa e l’altra, avrebbe occasione di dare un’occhiatina a questa situazione?
Suvvia, faccia un magheggio, potrebbe persino mettersi alla scrivania e analizzare la questione. Che dice?
Barbara LEZZI



