I cambiamenti climatici sono una realtà e si deve lavorare per abbattere gli effetti delle continue emissioni in atmosfera ma credo rendano tutti conto che è quasi una “Mission Impossible” perchè l’atmosfera è una e la Cina, India, USA ecc ecc, come d’altronde noi italiani, stanno facendo poco o nulla per abbattere le emissioni. In Italia prima dei governi con il Movimento 5 Stelle, gli interventi normativi sono stati pochi e tardivi e noi dobbiamo fare i conti con un sistema socio-economico che ha una immensa inerzia. Anche se tutti intraprendessimo una strada virtuosa gli effetti si vedrebbero tra vari anni. Dobbiamo lavorare sulla vulnerabilità degli ecosistemi e dunque lavorare sulla prevenzione dai disastri. Il territorio andrebbe trattato come fosse un giardino e le rose vanno potate una ad una. Lo stesso vale per i fiumi, i campi coltivati, i versanti. In legge di bilancio sono stati chiesti 30 milioni per riprendere la cartografia geologica che è veramente la base per le conoscenze di dove si trovano le criticità, dove sono le frane e dove c’è una elevata pericolosità di erosione, esondazione ecc.. La pericolosità geologica è un concetto generico dato che riguarda la probabilità che in un determinato territorio si verifichi un evento calamitoso. In pratica ci sono aree dove c’è una probabilità più o meno elevata che durante un determinato evento ci siano ripercussioni sull’ambiente. l rischio riguarda il danno che può essere provocato da un evento su una determinata area, singola struttura o attività antropica. E’ evidente che il rischio varia da struttura a struttura anche in funzione della tipologia costruttiva di un manufatto. Ma se un ente prende delle iniziative per mitigare la pericolosità in una determinata area la vulnerabilità della stessa ad un evento sarà minore di una analoga situazione dove non è stato fatto nulla. Per esempio se in due aree con analoga pericolosità di esondazione in una si costruiscono degli argini e nell’altra no il rischio per un edificio sarà certamente maggiore dove non si è fatto nulla.
E’ ovvio che se c’è una frana, una zona interessata da esondazioni o nei pressi di una faglia attiva non si dovrebbe costruire. Ci sono però zone dove l’uomo ha già costruito al di sopra di frane, aree di esondazione o nei pressi di faglie. In questi casi si devono adottare soluzioni ingegneristiche che abbattono il rischio. Ricordiamo però che in larga parte del territorio nazionale non c’è una carta geologica aggiornata. E’ ovvio che dovremmo vigilare su quello che fanno le regioni che invece di spendere oculatamente il denaro che viene dato loro lo sperperano in progetti che talora hanno effetti addirittura negativi sull’ambiente. L’accento non va dunque posto sul cambiamento climatico ma sugli interventi per mitigarne gli effetti. Ecco alcuni video di alluvioni e frane che hanno tristemente interessato il paese in questi giorni. Questi eventi devono divenire sempre meno frequenti.


