A Gradisca d’Isonzo c’è un CPR : un “centro permanente per il rimpiatro” riaperto a Dicembre

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In altre parole, un campo di concentramento per stranieri. Un uomo è morto nel CPR di Gradisca, un uomo di origini georgiane di cui non è stato ancora diffuso il nome. Le associazioni del luogo hanno raccolto la denuncia che viene dagli internati: l’uomo è morto per le botte ricevute dagli agenti di Polizia. Altro che “conseguenze di una rissa” come hanno provato a dire in un primo momento! La nostra rabbia e la nostra solidarietà vanno alla vittima di questo fatto atroce e alle persone detenute – ricordiamolo: senza aver commesso nessun reato! – nei CPR di tutta Europa.
I CPR hanno una storia lunghissima, sono il lato oscuro dell’Europa scintillante del trattato di Schengen e della “libera circolazione”: libera circolazione per i cittadini di serie A, detenzione anche in assenza di reati penali per gli altri. Dopo un periodo di relativo allentamento di questa istituzione, i decreti Minniti e i decreti Salvini hanno prima riaperto i centri che erano stati chiusi, poi hanno allungato il periodo massimo di detenzione da tre a sei mesi!
Questi centri sono stati previsti prima dalla legge Turco-Napolitano (si, proprio quel Napolitano!) e ogni volta che la Lega ha governato ha inasprito le condizioni dei centri. Rigettiamo tutta questa logica disumana che concentra esseri umani in luoghi dove non c’è il minimo di decenza umana e dove fatti atroci come quelli di Gradisca succedono regolarmente, a volte per l’uso incredibile della violenza, a volte per le condizioni in cui sono costrette a vivere le persone, come successo solo una settimana fa a Caltanissetta.
Basta con la logica della carcerazione, chiudiamo i CPR, abroghiamo i decreti sicurezza!

Marta Collot – candidata presidente ER