In Israele ha vinto il fronte della guerra

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La prospettiva dei “due popoli, due stati” sembra definitivamente archiviata.
Il successo di Netanyahu ci racconta di una società israeliana esausta da mesi di instabilità ( un anno solare, tre campagne elettorali ), ma anche di un investimento popolare su quel Piano Trump che cancella gli accordi di Oslo e bandisce le risoluzioni delle Nazioni Unite.
Viene seppellito il partito della pace.
Diviso, affaticato, senza coraggio.
Dunque, prepariamoci ad una escalation del conflitto in Medio Oriente.
Bibi ha annunciato che annetterà ulteriori porzioni di Cisgiordania.
Trump considera le colonie – che l’Onu ha definito da sempre illegali – come territorio legittimo di Israele.
Washington farà campagna elettorale su Tel Aviv a novembre, come Tel Aviv ha fatto campagna elettorale su Washington in questo marzo.
Intendiamoci, un popolo va sempre rispettato quando si esprime democraticamente.
Anche quando sceglie l’estrema destra, ancora una volta purtroppo.
Eppure ci sono gli strumenti della legge internazionale, le leve della diplomazia, le pressioni commerciali per evitare una nuova guerra a due passi dall’Europa, ulteriori umiliazioni verso i civili palestinesi e che l’occupazione permanga ancora per decenni.
Ecco, l’Europa.
Che fatica a essere tale davanti al Corona Virus o in faccia alla tragedia di Lesbo e ai ricatti della Turchia.
Ci vorrebbe un’Europa politica in grado di ascoltare l’appello di alcuni ex capi di stato e ministri degli esteri europei, tra cui Massimo D’Alema, che bocciano il Piano Trump e chiedono a Borrell, Mr Pesc, di promuovere un’iniziativa per far dialogare le parti, ripartendo dalle risoluzioni internazionali e non dalle provocazioni del Presidente Usa.
Ci vorrebbe un’ iniziativa stringente dei parlamenti e dell’assemblea generale dell’Onu che riconosca lo Stato di Palestina e che imponga una forza di interposizione a difesa della popolazione civile.
L’unico modo per rilanciare un processo di pace vero, imperniato sul diritto alla terra per i palestinesi e il diritto alla sicurezza per gli israeliani.
Ci vorrebbe la politica, insomma.
La sconosciuta di questo terzo millennio.

Arturo Scotto