I penalisti italiani non ci stanno a fare da cavie al coronavirus. E in una lettera al guardasigilli Bonafede chiedono «risposte inequivoche» sulle misure a tutela degli «utenti della giustizia» in relazione all’emergenza da Covid-19. La forma è ovviamente rispettosa, ma la sostanza non manca. «Quali differenze – scrive la giunta dell’unione delle Camere penali – il governo ritiene sussistano, ai fini dell’obiettivo di contenimento della diffusione del coronavirus, tra un’aula scolastica e un tribunale?». Già, quali? Per gli avvocati, quindi, «è giunto il momento di dare agli “utenti della Giustizia” una risposta logicamente e scientificamente ineccepibile: perché non si può andare al cinema, ma si deve andare in udienza?».
Lettera delle Camere penali a Bonafede
Difficile dar loro torto. Messe così, infatti, le misure adottate dal governo per bloccare il coronavirus hanno poco senso. Nessun allarmismo e nessuna isteria, premettono i penalisti, ma solo ragionevolezza e buon senso. «Ma se avete deciso di chiudere le scuole di tutta Italia – si legge ancora nella lettera a Bonafede – , dovete spiegarci perché non chiudere, salvi i processi urgenti ed indifferibili, i tribunali». Ancor meno comprensibile, a giudizio dei penalisti, «è l’idea di rimettere ogni decisione ai responsabili degli uffici giudiziari». E, per giunta, «senza vincolarli a parametri univoci e categorici», cioè quelli dettati dalla «scienza medica» e dalla «tutela della salute pubblica».
«Dal governo scelte incomprensibili»
In pratica, il governo ha disegnato una giustizia a macchia di leopardo. Inaccettabile, per l’avvocatura. «In nome di cosa, cioè di quali cognizioni scientifiche si chiudono alcuni tribunali, e se ne tengono aperti altri?». Domande elementari, alle quali i «fiduciosi» penalisti si attendono nelle prossime ore «adeguate risposte» da parte del governo e di Bonafede. Il rischio è quello di aggiungere caso al caos. I cittadini, infatti, difficilmente comprenderanno il perché di decisioni tanto diverse. Ma è proprio così, denunciano i penalisti, che si spiana la strada «alla paura e all’irrazionalità». «Voi per primi – conclude la lettera – dovreste comprenderlo». fonte https://www.secoloditalia.it



