I 25 miliardi stanziati per l’emergenza COVID-19 sono un inizio, ma i finanziamenti europei da soli non bastano, e il fondo di solidarietà per le emergenze è inadeguato a una possibile pandemia europea.
La Commissione dovrebbe garantire massima flessibilità e sforamento del deficit senza penalità, ma È NECESSARIO ANCHE L’INTERVENTO DELLA BCE.
Noi chiediamo alla BCE di:
– sostenere, tramite quantitative easing, il debito pubblico necessario a combattere il virus, aumentando gli acquisti di titoli di Stato dagli attuali 20 miliardi di euro al mese ad almeno 60, come durante il periodo di crisi finanziaria.
– Abbassare ulteriormente i tassi di interesse (anche se sono già estremamente bassi), portando il tasso deposito a -0,6% dall’attuale -0,5. Questa misura rende più interessante per le banche fare prestiti alle imprese e aiuta soprattutto le PMI, facilitando il credito alle imprese in difficoltà.
– Fornire liquidità alle banche, soprattutto in ragione della loro esposizione al credito verso le Piccole e Medie Imprese, attraverso un speciale strumento di rifinanziamento sull’esempio del TLTRO (targeted longer-term refinancing operation) già adottato in passato.
– Ridurre la pressione sul lato vigilanza bancaria per ottenere una veloce diminuzione dei crediti deteriorati delle banche (NPL – Non Performing Loans), dal momento che con la crisi COVID-19 le difficoltà delle imprese a rimborsare i crediti aumentano. Infatti, qualora la vigilanza forzasse la liquidazione degli NPL, le banche dovrebbero ridurre i prestiti alle imprese (specie alle PMI), che sarebbero così costrette a ricapitalizzarsi.
Riteniamo che siano misure FONDAMENTALI per il rilancio economico europeo: faremo sentire il nostro fiato sul collo affinché TUTTI, BCE inclusa, facciano la propria parte.

