Il 14 agosto, nella località dove avvenne uno dei più grandi grande massacri di civili compiuto dai nazisti sul fronte occidentale. Il valore simbolico è evidente, e – per gli standard del dicibile mainstream – dirompente l’analogia. Ma ci saranno anche i nomi dei bambini israeliani uccisi il 7 ottobre.
L’arcivescovo di Bologna, presidente della Cei e inviato papale per il conflitto russo-ucraino, anticipa a La Stampa un appello per «fermare la devastazione della guerra nella Striscia di Gaza». Il porporato evidentemente non teme le reazioni dei gruppi politici più intolleranti, che per un simile accostamento pubblico avrebbero gridato allo scandalo fino a un anno fa.



