A Napoli inaugurata ‘Tu si’ na cosa grande’. E infiammano le polemiche

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NAPOLI – “Tu si’ na cosa grande“, come la celebre canzone di Domenico Modugno. Si chiama così l’opera dedicata alla città di Napoli dallo scultore e designer Gaetano Pesce, scomparso lo scorso 3 aprile a New York, che da questo pomeriggio è esposta in piazza Municipio, dove sarà visitabile fino al 19 dicembre. Sostituisce la chiacchierata “Venere degli Stracci”, scultura di Michelangelo Pistoletto ricostruita dopo essere stata distrutta a causa di un incendio appiccato da un giovane clochard.

Se della Venere di Pistoletto si è tanto parlato per un caso di cronaca, l’installazione di Pesce, curata da Silvana Annichiarico, ha attirato l’attenzione per le fattezze stesse della mastodontica opera, posizionata a pochi passi dal Municipio e dal Maschio Angioino, tra i siti più fotografati e ‘instagrammati’ della città.

Si compone di due sculture in dialogo fra loro. La prima rivisita l’abito di Pulcinella, appoggiandolo su una struttura metallica sottile alta 12 metri e mantenuta in equilibrio da cavi su cui si attorcigliano fiori sintetici di diversi colori. Di notte il grande abito è illuminato dall’interno.

Di fronte c’è una seconda scultura, un cuore rosso alto 5 metri, a sua volta illuminato internamente nelle ore notturne e trafitto da una freccia metallica che lo sostiene, conficcata su una piattaforma di legno di forma triangolare alta 50 centimetri. Per tanti, però, la scultura sembra solo avere una forma fallica, esattamente come il cornetto rosso portafortuna, tra i souvenir più richiesti di Napoli e segno di buon auspicio, o i numerosi simboli fallici riprodotti a Pompei.

Lo ha scritto in un post anche l’ex primo cittadino Luigi de Magistris: “Napoli cresce: da Pistoletto a Pesce”. Frase e foto virali, migliaia di like, commenti e condivisioni. E i napoletani sembrano essere d’accordo. “È una vergogna”, dice una donna dopo aver visto l’installazione. “Con tanti guai che abbiamo a Napoli, anche questo?“, si chiede un passante. E, ancora: “Ma cosa rappresenta? Da napoletano non mi sento rappresentato da quel ‘coso’”.

Il sindaco guarda invece con positività al fatto che un’opera d’arte contemporanea faccia discutere: “L’arte fa discutere, fa commentare, si parla di Napoli e per noi è un fatto positivo perché portiamo Napoli anche in un dibattito sull’arte”, ha spiegato Gaetano Manfredi in occasione dell’inaugurazione di “Tu si’ na cosa grande”, la cui installazione rientra nel programma Napoli Contemporanea dell’amministrazione comunale, curato da Vincenzo Trione, consigliere del sindaco per l’arte contemporanea e l’attività museale.

All’inaugurazione di oggi pomeriggio era stata annunciata anche la presenza del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, che ha però dato forfait perché, a quanto si apprende, impegnato a Roma, dove si era recato già in mattinata per una riunione della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome.

MANFREDI: “FALLICA ‘TU SI ‘NA COSA GRANDE’? L’HO PENSATO ANCHE IO”

Cosa ho pensato questo ho visto l’opera? Inizialmente quando l’ho vista ho pensato quello che hanno pensato anche gli altri…“. Lo dice il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi parlando all’inaugurazione dell’installazione d’arte pubblica. Le prime immagini dell’opera hanno suscitato molte polemiche perché per molti sembra difficile non notare la somiglianza con un simbolo fallico. “Penso che sia un pensiero che è arrivato a tutti – aggiunge Manfredi – ed è un pensiero molto napoletano, lo dobbiamo prendere anche come un pensiero di buon augurio”.

La pensa così anche Vincenzo Trione, consigliere del sindaco per l’arte contemporanea e l’attività museale, curatore di Napoli contemporanea: “Da un lato abbiamo l’abito di Pulcinella. Dall’altro il riferimento fallico mi sembra evidente”, spiega, sottolineando anche “il richiamo alle memorie pompeiane, con simboli fallici che sono molto ricorrenti”.

LA CURATRICE DI ‘TU SI ‘NA COSA GRANDE’: “C’È PARTE FEMMINILE PULCINELLA”

L’interpretazione di un’opera è sempre soggettiva, ci si è probabilmente fermati alla prima reazione, alla prima figuratività di quello che uno vede“, dice Silvana Annicchiarico, curatrice di “Tu si ‘na cosa grande”.

“Sono studiosa di Gaetano Pesce da tantissimi anni – spiega la curatrice dell’opera – e la tematica principale che affronta è la preminenza del femminile sul maschile. Lui ci dice che tutti siamo abitati da un coté femminile e da uno maschile. Quello maschile è forse più monolitico, rigido, dogmatico, imperativo, quello femminile invece più accogliente, fluido, elastico, più creativo e rigeneratore. Lui con questo Pulcinella ha voluto la veste bianca, fedele alla tradizione, ma si abbiglia con una veste colorata e variopinta per raccontare che Pulcinella ha mille identità, come le ha avute nella storia. Ma è un Pulcinella senza testa, c‘è una lettura che dice che Pulcinella è ermafrodita, in testa è concentrata tutta la parte maschile: naso adunco, cappello, maschera nera. Lui l’ha tagliata per evidenziare la parte femminile. C’è anche uno spacco, che si potrebbe vedere anche in maniera maliziosa”.

Sulle polemiche, Annicchiarico dice: “Il luogo comune dice che più se ne parla e meglio è, l’importante è che ci sia rumore. Io dico semplicemente che è bello suscitare discussione, interrogativo. Mi piace anche che quest’opera abbia strappato un sorriso ai napoletani e che ci sia anche un po’ di bellissima ironia. Se poi vogliamo vederla fallica, vuol dire che è viva. C’è una cultura millenaria in questa terra, basta vedere Pompei con i simboli fallici“.

fonte: Agenzia DIRE www.dire.it