A seguito dell’intervento di Animal Equality in Senato davanti alla Commissione Giustizia, sono stati presentati degli emendamenti per riconoscere gli equidi come animali d’affezione e vietare il maltrattamento genetico, le mutilazioni negli allevamenti e la macellazione senza stordimento.
Un’altra proposta presentata chiede di istituire un fondo dedicato alla transizione cage-free.
In linea con una delle campagne portate avanti da Animal Equality, le Senatrici Julia Unterberger e Aurora Floridia hanno proposto il riconoscimento degli equidi come animali di affezione chiedendo di vietare, su tutto il territorio nazionale, la macellazione degli equidi e la loro esportazione a tale scopo, anche in via indiretta, nonché la vendita e il consumo delle loro carni.
Secondo una recente indagine pubblicata da Animal Equality e realizzata dal centro di ricerche e sondaggi Ipsos, l’83% della popolazione italiana dichiara già di non consumare carne di cavallo, guidata da questi principali motivi: il 44% non è abituato a consumarla e non ne è incuriosito, il 42% adduce motivazioni emozionali, provando per esempio empatia per questo animale, e il 31% segue motivazioni etiche, considerando i cavalli soprattutto come animali “da compagnia”.
Le Senatrici Unterberger e Floridia hanno anche proposto una modifica all’articolo 544-sexies del codice penale chiedendo di riconoscere, su tutto il territorio nazionale, il divieto di allevamento, importazione e commercializzazione di «animali, semi ed embrioni geneticamente selezionati con l’obiettivo di accentuare le caratteristiche fisiche di taluna specie con ripercussioni tali da provocare patologie o compromettere le normali funzioni vitali degli stessi».
In base al testo presentato: «La norma si applica a tutte le specie animali, siano essi d’affezione o finanche destinati alla produzione di alimenti, alla sperimentazione animale, alle manifestazioni sportive, agli spettacoli e alle attività lavorative, nonché destinati alla produzione di pelli e pellicce. Chiunque violi le disposizioni del presente articolo è punito con la reclusione da tre a cinque anni e con la multa da 10.000 a 20.000 euro. Alla condanna consegue, in ogni caso, la confisca degli animali».
Inoltre, le Senatrici Unterberger e Floridia hanno proposto di inserire dopo l’articolo 544-sexies del codice penale un ulteriore articolo per riconoscere come forme di maltrattamento degli animali pratiche finora legali all’interno di allevamenti e macelli: «Al fine di risparmiare agli animali dolori, ansia e sofferenze evitabili, gli animali sono abbattuti esclusivamente previo stordimento. Sono considerati reato di maltrattamento di animali, ai sensi dell’articolo 544-ter del codice penale, sofferenze o angosce, il debeccamento dei pulcini, la decornazione e la castrazione dei suinetti, nonché qualsiasi altra forma di mutilazione di specie animali non necessaria ed effettuata senza anestesia».
La proposta di emendamento mira inoltre a vietare la triturazione dei pulcini e l’asportazione o la troncatura delle unghie delle tacchine. La richiesta avanzata è anche quella di vietare la somministrazione e la vendita del fegato grasso di anatre e oche prodotto mediante l’ingozzamento.
Accanto a questi emendamenti, le Senatrici Anna Bilotti e Ada Lopreiato hanno proposto di creare un fondo nazionale del Ministero dell’Agricoltura dedicato alla transizione verso l’allevamento senza gabbie.
In particolare, l’emendamento propone di «dare attuazione a interventi a favore delle forme di allevamento più sostenibili, che garantiscano un migliore livello di benessere animale e che soddisfino maggiormente le esigenze comportamentali degli animali» attraverso il “Fondo per la conversione a metodi di allevamento cage-free, senza uso di gabbie” con una dotazione pari a 10 milioni di euro per l’anno 2025 e a 15 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2026.



