Siccità e poi disatrose alluvioni non devono far dimenticare lo spreco di un bene prezioso come l’acqua in tempi di emergenza climaticalta al contenuto
Potrebbe sembrare paradossale parlare di attenzione agli sprechi legati al consumo d’acqua e al pericolo siccità quando l’Emilia Romagna è disastrata dall’alluvione per l’incredibile quantità di pioggia che si è rovesciata negli ultimi giorni sull’Italia e, in particolare, su questa bella terra, provocando danni incalcolabili e non solo economici, allentando la sete in altri territori ma senza eliminare tuttavia lo spettro siccità.
L’estate è alle porte, il caldo sta arrivando e, considerato l’impazzimento del clima, è pensabile che lo sbalzo di temperatura verso l’alto potrebbe portare clima torrido e di nuovo alla ribalta l’allarme per il persistente riscaldamento del Pianeta.
E dunque è necessario tornare a parlare di riduzione degli sprechi d’acqua. Alla base della nostra vita, l’acqua è la risorsa fondamentale. Quella dolce rappresenta solo il 3% di quella disponibile sulla terra e ad essa non hanno accesso tutti: secondo le Nazioni Unite sono 748 milioni di persone a cui bisogna aggiungerne altri tre miliardi che hanno sì acqua ma non in quantità sufficienti. Ma a preoccupare è anche il consumo di acqua che nel mondo cresce del 2,5% all’anno: l’Onu stima che dal 2000 al 2050 la curva della domanda possa crescere del 400%. E se il 70% viene consumato in agricoltura, solo il 20% è utilizzato dal settore industriale e il 10% da quello domestico.
L’acqua è un bene preziosissimo: permette all’organismo umano di funzionare correttamente e, allo stesso modo, è fondamentale per garantire la vita sulla Terra. Da quella che consumiamo giornalmente per l’igiene della persona e della casa a quella impiegata nella produzione di alimenti, il consumo di acqua ha un impatto importante su questa risorsa e sull’ambiente. Bisogna allora conoscere l’impatto che produce il consumo individuale d’acqua nelle varie attività quotidiane. La conoscenza e la valutazione dell’impronta idrica (detta anche water footprint), rende più semplice calcolare e capire come tutto ciò che facciamo e ogni cibo che mangiamo abbia un impatto idrico sull’ambiente, perché anche il singolo individuo può far molto per risparmiare acqua.
Il consumo medio giornaliero di acqua viene oggi stimato in circa 220 litri per persona, mentre il consumo medio di acqua di una famiglia media italiana è pari a circa 200 metri cubi all’anno:
Per bere e cucinare ogni persona usa, in media, 6 litri d’acqua al giorno
In un WC con sciacquone tradizionale, ogni volta che si aziona il meccanismo si consumano da 8 fino a 16 litri di acqua
Lasciando scorrere l’acqua mentre ci si lava i denti si sprecano 30 litri contro i 2 utilizzati solo per il risciacquo
Per farsi la doccia (10 minuti) 120 litri
Per lavare i piatti a mano servono 20 litri (se non si chiude mai il rubinetto dell’acqua)
Per un carico con una lavastoviglie di ultima generazione si consumano circa 7/8 litri di acqua
Per un carico di lavatrice di ultima generazione si consumano 40-50 litri d’acqua
Per lavare l’auto si stima che servano circa 800 litri
Per produrre circa un kilo di carne bovina in Italia si consumano circa 11.500 litri di acqua.
Cifre importanti che vanno moltiplicate per il numero di persone/famiglie, imprese di coltivazione e produzione alimentare, allevamenti, distribuzione e trasporto, smaltimento rifiuti… oltre alle perdite della rete idrica di distribuzione che in Italia sono davvero pesanti. A volte basta “contare” i litri di acqua necessari a compiere una determinata azione per capire quanto possa essere fatto per virare verso il risparmio idrico. Perciò per ridurre il consumo di acqua il primo passo è scoprire quanta se ne spreca e in che modo: si può visitare un sito del Water Footprint Network grazie al quale è possibile calcolare l’effettivo peso idrico del proprio stile di vita.
Ed è anche possibile comparare alcuni tra i cibi più comuni. Assunta questa conoscenza si può decidere di seguire semplici regole per non sprecare acqua, che vanno dall’annaffiare la sera perché l’acqua non evapora al mangiare meno carne di manzo, che è quella per la cui produzione si consuma più acqua in assoluto.
Si possono apportare poche modifiche al proprio comportamento quotidiano utilizzando creatività e saggezza per riutilizzare l’acqua. La Rete per il Clima del Verbano (Luino sul Lago Maggiore), ha preparato quattro interessanti manifesti che riportano dei consigli pratici utili per il risparmio idrico in casa, nell’alimentazione, nelle coltivazioni e nell’uso efficiente dell’acqua.
Oltre ai consigli di carattere più “tecnico” per il risparmio di acqua, ve ne sono altri sui comportamenti che riguardano l’igiene personale e le abitudini in cucina: docce rapide invece di bagni; rubinetto chiuso mentre si lavano i denti, ci si insapona o ci si fa la barba; preferire l’acqua del rubinetto per bere; recuperare l’acqua che scorre in attesa di quella calda; lavare frutta e verdura in un contenitore piuttosto che in acqua corrente; usare lavatrici e lavastoviglie (possibilmente di ultima generazione) comunque a pieno carico; riutilizzare l’acqua di bollitura della pasta se non è salata per annaffiare le piante o anche quella usata per lavare gli alimenti può essere riutilizzata per bagnare le piante di casa. In fondo, come si può vedere, basta poco.
viveresostenibilelazio


