ADDIO A JIMMY CARTER, EX PRESIDENTE USA E AMICO DELL’ALBANIA

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Capo dell’amministrazione federale statunitense dal 1975 al 1979, progressista convinto, legò il proprio nome agli accordi di Camp David fra Israele ed Egitto e fece visita nel Paese delle Aquile nel 1993 – due anni dopo la caduta del regime comunista – durante il Governo di Bill Clinton, avviando il capitolo per la risoluzione della questione kosovara nei confronti dell’allora Jugoslavia

L’ex Presidente degli Stati Uniti d’America, Jimmy Carter, si è spento ieri all’età di cento anni nella propria casa in Georgia. Il triste annuncio è stato comunicato dai figli e dalla fondazione benefica umanitaria che porta il suo nome. Un anno fa era scomparsa la sua affezionatissima moglie Rosalynn, i cui funerali coincisero con l’ultima apparizione dell’ex Capo di Stato.

Ritiratosi da tempo dalla vita pubblica, il trentanovesimo Presidente americano, fino a ieri il decano fra tutti i suoi colleghi, svolse il proprio incarico a Washington sino alla fine degli anni Settanta del secolo scorso, quando venne successivamente sconfitto dal leader Repubblicano Ronald Reagan. In precedenza, sempre per il fronte progressista, era stato Governatore della Georgia, accreditandosi come politico atipico estraneo al sistema di potere dell’amministrazione centrale statunitense e divenendo perciò particolarmente benvenuto e popolare.

Nel corso della propria Presidenza, contribuì in maniera decisiva agli accordi di Camp David del 1978 tra Egitto e Israele, ma la successiva crisi degli ostaggi statunitensi in Iran gli costò la rielezione alla Casa Bianca che tornò ai Conservatori.

A seguito della sconfitta elettorale, Carter si ritirò dalla politica attiva, proseguendo l’esperienza pubblica come promotore della propria Fondazione impegnata nello sviluppo della democrazia nel mondo, attività che gli valse l’assegnazione del premio Nobel per la Pace nel 2002.

Jimmy Carter è stato inoltre buon amico dell’Albania: il Paese delle Aquile, che nel 1991 riuscì ad affrancarsi dalla dittatura ateista stalinista, ricevette la sua visita due anni più tardi, nel 1993, per due giorni a Tirana, la prima missione di un Presidente emerito americano, nel corso della quale Carter prese a cuore il destino del Kosovo all’epoca ancora territorio della ex Jugoslavia e della Serbia.

Jimmy Carter con l’avvocato di origini albanesi Bardhyl Tirana 

Scrive Frank Shkreli, direttore emerito del Consiglio nazionale albanese americano: “Un altro legame dell’ex Presidente Carter con l’Albania e gli Albanesi, in particolare con la comunità albanese-americana, fu rappresentato dal noto avvocato binazionale, il defunto Bardhyl Tirana, la cui famiglia si stabilì negli Stati Uniti dopo la seconda Guerra mondiale e che nel 1976 prestò servizio come co-presidente della cerimonia di insediamento di Jimmy Carter alla Casa Bianca. Nell’Amministrazione del presidente Carter, Bardhyl Tirana ebbe il ruolo di Direttore della Protezione civile presso il Dipartimento della Difesa, che grazie alla sua intuizione dell’epoca oggi è un’Agenzia federale indipendente per la gestione delle emergenze. Grazie alla sua cooperazione ed esperienza politica durante il proprio servizio nell’Amministrazione Carter, Bardhyl Tirana fece buon uso dei propri legami con Washington, e negli anni successivi fu coinvolto in questioni legate all’Albania e al Kosovo e contribuì in una serie di organizzazioni della comunità binazionale, compreso il Consiglio nazionale Albanese Americano al quale offriva regolarmente e gratuitamente i servigi legali”.

Dir politico Alessandro Zorgniotti