L’Opa contro il Pd ha fatto male a chi l’ha tentata”: con una delle frasi più enigmatiche della storia politica (accessibile agli operatori di Borsa e ai cultori di scienze esoteriche) Enrico Letta ha commentato la sconfitta dei dem in Lombardia e nel Lazio, in continuità con la sinistra perdente del mi spezzo ma non mi spiego
Mentre Carlo Calenda, nell’accusare della tragica disfatta di Azione “gli elettori che hanno sbagliato”, da uomo di buone letture non fa che parafrasare Bertolt Brecht (“se il popolo non è d’accordo, bisogna nominare un nuovo popolo”) ma decisamente con meno senso dell’umorismo. Quanto ai dirigenti 5Stelle, che davanti al brusco calo dei voti si consolano chiamando in causa lo storico, scarso radicamento sul territorio nelle Amministrative, verrebbe da dire loro: be’, cosa diavolo aspettate a radicarvi?
Non sorprende che anche stavolta i partiti dell’opposizione cerchino, ciascuno parecchio lontano da sé, le cause del rovescio elettorale. Ciò che colpisce è, semmai, l’assenza di una qualunque idea sul futuro prossimo da parte di quei tre pezzi di ceto politico erroneamente classificati come facenti parte di un unico schieramento di centro-sinistra.
Niente di più sbagliato poiché tralasciando l’ottovolante degli accordi e disaccordi tra Pd e M5S, il ruolo del cosiddetto Terzo polo – di fatto retrocesso dagli elettori a Sesto polo (copy Marco Travaglio) – è paragonabile alla figura del maggiordomo killer in certi gialli dozzinali. Pronto a versare stricnina nella minestra (vedi la loffia candidatura di Letizia Moratti in Lombardia), la tragica coppia Renzi&Calenda punta all’annientamento dei 5Stelle e all’assorbimento del Pd. Disegno politicamente delittuoso che appare eccessivo definire l’offerta di un’alleanza.
In questo caloroso clima di pugnali e veleni, il segretario uscente (come quello probabilmente entrante, Stefano Bonaccini), invece di mostrare un qualche turbamento davanti alla quindicesima regione passata dal Pd alla destra si autocongratula per lo scampato pericolo del sorpasso (che lui chiama Opa) da parte dei 5Stelle.
Movimento che a giudicare dai primi commenti di Giuseppe Conte appare intenzionato a preferire un percorso solitario rispetto a certi compagni di viaggio. Una separazione che assumerà forme più accese quando, l’anno prossimo, si voterà per le Europee con il sistema proporzionale, il più competitivo. Giorgia Meloni può cominciare a sognare il suo Ventennio.
Antonio Padellaro



