Affitti brevi, «è un far west»: nel ddl del governo multe agli abusivi, obbligo di esporre il codice e minimo di 2 notti

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Un codice identificativo nazionale (Cin) assegnato dal ministero del Turismo a ogni immobile ad uso abitativo oggetto di locazione per finalità turistiche, l’obbligo di segnalare l’inizio dell’attività per chiunque eserciti in forma imprenditoriale, con multe fino a 10mila euro, e nei centri storici delle città metropolitane durata minima del contratto di locazione per finalità turistiche che non può essere inferiore a due notti, «fatta eccezione per l’ipotesi in cui la parte conduttrice sia costituita da un nucleo familiare numeroso composto da almeno un genitore e tre figli». Sono alcune delle novità del ddl sugli affitti brevi su cui è al lavoro il Governo, come si legge da una bozza che circola in queste ore.

Il provvedimento, che la ministra Daniela Santanchè durante la recente assemblea di Federalberghi aveva promesso entro giugno, ha l’obiettivo «di fornire una disciplina uniforme a livello nazionale volta a fronteggiare il rischio di un turismo sovradimensionato rispetto alle potenzialità ricettive locali e a salvaguardare la residenzialità dei centri storici ed impedirne lo spopolamento». E riguarda colui che detiene legittimamente l’immobile ma anche i soggetti che esercitano attività di intermediazione immobiliare o ancora i soggetti che gestiscono portali telematici, mettendo in contatto persone in cerca di un immobile con persone che dispongono di unità immobiliari da locare.

«Come avevo promesso, abbiamo fatto circolarel a nostra proposta per un disegno di legge perregolamentare gli affitti brevi. Siamo tutti consapevoli che bisognava intervenire, perché c’è una sorta di far west, e noi abbiamo avuto il coraggio di farlo», ha detto la ministra.