Africa, il centro nevralgico del terrorismo mondiale

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A preoccupare gli analisti e i vertici dell’antiterrorismo mondiale, raccolti per una settimana a partire dal 20 Giugno presso le Nazioni Unite, è l’Africa, che viene considerata ormai come il centro nevralgico del terrorismo mondiale. Secondo le ultime stime, nel 2021 la maggioranza degli attacchi compiuti e più della metà delle vittime del terrorismo sono state registrate nell’Africa sub-sahariana. Cifre che sono in costante e preoccupante aumento

Di tutto questo parliamo con Andrea Molle, politologo della Chapman University (USA).

Professore, esperti e vertici dell’Antiterrorismo sono sempre più preoccupati per il ruolo nevralgico che sta assumendo l’Africa per il terrorismo internazionale. Esattamente cosa sta accadendo?

Da diverso tempo l’Africa si sta presentando come un teatro davvero molto importante, non solo nella lotta al terrorismo internazionale, ma anche nell’ambito di quella che gli analisti chiamano la “competizione tra grandi potenze” e cioé lo scenario che si sta configurando sempre più chiaramente di un ritorno ad un mondo bipolare che potrà forse comportare l’inizio di una nuova guerra fredda questa volta tra Stati Uniti e Cina.

Oggi in Africa operano purtroppo diverse organizzazioni terroristiche, come Daesh e al-Qaeda, ma anche diverse PMC come la famigerata Wagner, le cinesi Beijing DeWe Security Service e Huaxin Zhong Ano, e infine la turca Sadat. Venedo ai gruppi terroristici, Daesh e al-Qaeda continuano certamente a operare in Iraq, Siria, Afghanistan, Nord America ed Europa, ma è palese come l’intensificarsi delle operazioni stia avvenendo per la maggior parte in Africa.

Daesh, ad esempio, sta approfittando del vuoto lasciato dal disimpegno occidentale nell’area compresa tra il Burkina Faso, il Mali, il Niger e il Congo. Inoltre, diversi altri paesi come il Ciad e il Sudan stanno registrando l’intensificarsi dei flussi di combattenti affiliati allo Stato Islamico, dirottati verso la crisi libica dopo la sconfitta del 2017 in Iraq.