Il video editoriale domenicale si focalizza sul recente strappo di Azione e di Calenda nei confronti del PD e sul vuoto programmatico della Destra nei confronti della politica estera di prossimità (a partire dai fondamentali rapporti con Albania e Balcani)
È agosto, il mese di culmine dei cambiamenti climatici, che secca i fiumi e scioglie i ghiacciai. E scioglie pure le già fragili e labili alleanze elettorali, nate sulla base di leggi studiate per rendere le vittorie meno nette e le sconfitte meno definitive.
Questa domenica coincide con lo strappo di Carlo Calenda nei confronti del PD, esattamente 5 giorni dopo che Azione e più Europa avevano firmato con Enrico Letta un patto elettorale atlantista, europeista e di impegno a proseguire l’agenda Draghi.
Dopo gli accordi elettorali non di programma – ma di salvezza costituzionale come li ha definiti Letta – firmati dal PD con Verdi, sinistra italiana e la lista di Di Maio e Tabacci impegno civico – Calenda ha deciso di sciogliere l’intesa siglata lunedì e di riprendere l’idea del terzo polo, a questo punto incrociando eventualmente le strade di Matteo Renzi con Italia viva e di Noi di centro di Clemente Mastella.
L’Italia si prepara pertanto a una campagna elettorale ai nastri di partenza a carattere tripolare: il destra centro di Meloni e Salvini e quel che resta di forza Italia; il centro centro di Calenda, Renzi e Mastella; e la sinistra gravitante intorno al PD.
A preoccupare sono alcune circostanze: una serie di programmi concettualmente vecchi di vent’anni, e non più adatti ad attrarre le crescenti schiere di coloro che deliberatamente scelgono di non recarsi ai seggi; la totale assenza di una politica estera di prossimità, che imporrebbe a ciascuna coalizione di mettere in primo piano i rapporti con l’area euromediterranea e con i Balcani occidentali, Albania e Paesi albanofoni, di cui nessun partito sta parlando, al netto di alcune meritorie dichiarazioni del PD e del ruolo svolto in passato dalla radicale Emma Bonino, oggi Azione più Europa, in Albania e in Kosovo.
I programmi elettorali disegnano la classica Italia o Italietta di provincia, non informata su quanto le accade intorno, convinta della validità di ricette vecchie di decenni.
Incurante del fatto che un’Italia debole all’estero diventa terra di predoni, truffatori, venditori di finti fondi europei, millantatori di finte esperienze italiane.
Programmi destinati a sciogliersi dopo il voto del 25 settembre.
Dir. politico Alessandro ZORGNIOTTI




