
In Oregon sono attesi quasi 2000 atleti provenienti da 192 paesi. Non ci saranno però russi e bielorussi dopo il divieto imposto dalla World Athletics, la federazione internazionale di atletica.
In Italia, inevitabilmente, i riflettori sono puntati su Marcell Jacobs e Gianmarco Tamberi, il più veloce e il più in alto da quella magica notte del 1° agosto a Tokyo: ipotizzare un bis iridato però è alquanto complicato, visto che entrambi si presentano sul suolo americano alle prese con acciacchi e prestazioni non all’altezza.
L’avvicinamento del campione olimpico dei 100 metri al Mondiale è stato travagliato, tra infortuni e acciacchi vari che gli hanno impedito di competere con i suoi rivali. “Oggi sono al 97%, il giorno prima della gara sarò al 98%, per la batteria al 99% e per la finale al 100%. Sono qui e adesso mi butto, sono venuto a Eugene per giocarmi tutte le mie carte – dice Jacobs in vista del debutto, in programma nella notte tra venerdì e sabato –
Ma il fastidio che mi ha costretto a saltare quella gara è andato via gradualmente, ora è sotto controllo, ieri abbiamo anche provato le partenze dai blocchi sui 30 metri: lo abbiamo gestito e stiamo continuando a farlo. È un dolore che viene da una problematica della schiena e non da un problema muscolare: ce l’ho da quando sono bambino, ogni tanto salta fuori”.


