In occasione della più recente rilevazione statistica sull’andamento degli accantonamenti di famiglie, aziende e istituzioni presso gli istituti di credito, la banca centrale d’Albania, con una dichiarazione del proprio Governatore Gent Sejko, ha messo in evidenza una crescita sia tendenziale che congiunturale degli stessi
In altre parole, i depositi oltre Adriatico sono cresciuti con un ritmo significativo, condizionati in ciò dal più generale clima di incertezza globale che induce a ridurre o a posticipare in avanti le spese non necessarie, per poter in ogni caso disporre di un polmone di riserva da cui attingere per le emergenze evitando il ricorso all’indebitamento nel frattempo divenuto più oneroso.
Nel Paese delle Aquile – come è stato sottolineato dall’istituto centrale di emissione e di governo della moneta nazionale Lek – l’aggregato complessivo degli accantonamenti operati da individui, famiglie, imprese pubbliche e private e Istituzioni, ha raggiunto la cifra di 11 miliardi di euro, più che lusinghiera con riferimento a una Nazione emergente con una popolazione residente intorno ai due milioni e mezzo di abitanti, che attraverso un pacchetto governativo di resistenza sociale è riuscita a contenere il tasso di inflazione, in piena emergenza da prezzi energetici e alimentari, a livelli inferiori alla media generale della regione balcanica, consentendo così una certa accumulazione dei redditi sia spesi che risparmiati.
L’incremento dei depositi è stato vicino al due per cento su base mensile, a gennaio rispetto allo scorso dicembre, e nettamente superiore al 5 per cento al confronto con il mese di gennaio del 2022.
A concorrere a un simile andamento, accanto al fattore strettamente prudenziale e fiduciario, hanno contribuito altresì fattori connessi alla crescente apertura internazionale dell’Albania, alla radicata presenza di comunità albanesi in importanti Paesi sviluppati e industrializzati, agli intensificati scambi commerciali e di filiera con la zona dell’Euro e con l’Unione Europea a 27.
Una quota infatti divenuta maggioritaria di risparmio accantonato, pari al 52 per cento del totale, è infatti denominata in valuta estera e in tale ambito è prevalente e preferito l’euro, sebbene nei confronti di quest’ultimo la valuta locale Lek si sia rafforzata in misura evidente; e quest’ultimo fenomeno, che gli economisti indicano come strutturale, è avvenuto grazie alla politica monetaria della Banca centrale di Tirana, alla crescita delle esportazioni e all’impennata delle trasferte monetarie dall’estero, in euro e in dollari statunitensi, che vengono poi convertiti in divisa locale per i consumi correnti.
I depositi accantonati in valuta estera hanno quindi raggiunto il controvalore di 6,4 miliardi di euro, in pratica il 57 per cento dell’aggregato totale.
Anche in Albania si pone pertanto il grande tema dell’educazione finanziaria come strumento per rivitalizzare il risparmio e farne un veicolo di crescita del tessuto imprenditoriale e produttivo locale, e di integrazione dei piani di infrastrutturazione strategica del Paese e delle sue interconnessioni con l’area adriatica a Ovest e balcanica a Est.
Il governo Rama ha varato, con discreto successo, almeno due edizioni di obbligazioni Eurobond, sottoscritte in prevalenza da investitori e fondi esteri, mentre successive emissioni di titoli sovrani sono state indirizzate soprattutto al mondo del risparmio domestico, con l’obiettivo di aumentare la quota di debito pubblico in portafoglio a famiglie e imprese nazionali, stabilizzando il passivo dello Stato nel medio periodo e facendone uno strumento in grado di mobilitare le risorse aziendali e familiari in maniera complementare verso i programmi di investimento pubblico del Governo a più alto valore aggiunto.
Una sfida che potrebbe vedere i governi Rama a Tirana e Meloni a Roma decisamente alleati, nell’ambito dei progetti dell’esecutivo italiano di centrodestra di rafforzare il proprio ruolo di diplomazia politica ed economica nel Paese delle Aquile e nell’area dei Balcani occidentali, la cui materializzazione pratica non può prescindere da comuni prassi e indirizzi di politiche di bilancio e di finanza pubblica.
Che l’educazione finanziaria sia un elemento di riconosciuta valenza strategica in Albania, lo dimostra la circostanza che marzo sarà a Tirana il mese della settimana del risparmio , con un ruolo protagonista della Banca centrale e del ministero della pubblica istruzione nei confronti delle nuove generazioni.
Nello scorso mese di maggio, una missione in tal senso venne condotta nella capitale albanese dal Banchiere internazionale e pioniere della materia, Professor Beppe Ghisolfi.
Dir politico Alessandro ZORGNIOTTI




