Il Lek, moneta nazionale del Paese delle Aquile, ha conseguito un ulteriore rafforzamento nei confronti dell’euro, consentendo all’economia locale di ridurre i costi delle importazioni, soprattutto di energia, e non danneggiando le esportazioni albanesi, in crescita in particolare quelle indirizzate verso UE e USA
La decisione di elevare il tasso di riferimento dal 2,75 al 3 per cento, dopo un lungo periodo di mancati aumenti da parte del consiglio di sorveglianza della Banca centrale di Tirana, è stata assunta e comunicata dal Governatore, Gent Sejko, con la motivazione della necessità di ricondurre l’inflazione verso i livelli preesistenti lo scoppio della guerra russa in Ucraina, senza tuttavia deprimere le aspettative diffuse di un tessuto economico reale dai fondamentali solidi e destinato a confermare tassi positivi di crescita per i prossimi trimestri di osservazione: e ciò in linea con le previsioni e proiezioni sia dell’istituto centrale di emissione, sia delle autorità di governo, in quel clima ecosistemico di coordinamento fra politiche economiche, fiscali e monetarie alla base dell’obiettivo di armonizzare stabilità finanziaria e ripresa produttiva e occupazionale.
Il dato rilevante è che l’inflazione in territorio albanese è generata anzitutto dalla domanda interna: il rafforzamento del Lek, determinato dai trasferimenti delle famiglie emigrate all’estero e dagli afflussi di valuta pregiata sospinti dal turismo e dagli investimenti europei e transatlantici, permette di calmierare i costi delle materie prime di importazione, e nello stesso tempo i livelli di ottimismo nei confronti del futuro prossimo portano a domandare più consumi interni; questi ultimi aiutati da meccanismi salariali che, pur restando ampiamente competitivi con quelli della Eurozona, crescono in corrispondenza dei livelli di qualificazione professionale e di produttività e della necessità di evitare i rischi di una eccessiva migrazione di capitale umano verso altre Nazioni. Quindi, se in parte gli incrementi retributivi sono assorbiti dal maggiore impegno produttivo del lavoro, per la parte potenzialmente generativa di inflazione il compito della banca centrale è di agire con ragionata flessibilità attraverso i tassi di riferimento.
Il Governatore Sejko ha rimarcato che l’inflazione domestica sta scendendo verso il 7 per cento, grazie all’impegno delle istituzioni governative a stabilizzare ai livelli “pre-guerra” il prezzo della bolletta elettrica su famiglie e piccole imprese, e ulteriori cali sono attesi per il prosieguo dell’anno in corso e la prima parte del prossimo.
Il numero uno della Banca centrale d’Albania ha evidenziato, inoltre, che il settore bancario e creditizio del Paese gode di alti requisiti di solidità patrimoniale e di liquidità, in ciò confermando l’importanza dell’educazione e della consapevolezza finanziaria come fattore utile a evitare l’insorgenza di fenomeni di panico analoghi a quelli che si stanno purtroppo verificando tra USA, Svizzera e UE.
Lo stato di salute degli istituti di credito commerciali e al dettaglio, in virtù delle operazioni di fusione e aggregazione che hanno interessato il mercato bancario negli anni più recenti, ha permesso di accrescere la raccolta del risparmio delle famiglie e la sua finalizzazione a progetti di impiego e di prestito verso famiglie e settori imprenditoriali.
In ultimo, ma non per importanza, il rafforzamento del Lek ha l’effetto di attrarre i risparmiatori e gli investitori istituzionali verso i titoli obbligazionari pubblici e privati denominati in valuta locale, aumentandone il valore con la conseguente riduzione dello spread e dell’onere sul debito pubblico rendendo lo stesso sostenibile nei giudizi della comunità degli analisti internazionali.
Dir politico Alessandro ZORGNIOTTI




