Albert Einstein: oltre il Nobel per la Fisica

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Considerato uno dei più celebri e influenti fisici della storia della scienza, Einstein fu attivo anche come filosofo della scienza, divenendo una delle figure intellettuali più rilevanti del XX secolo.

Padre della teoria della relatività, ricevette il Premio Nobel per la Fisica nel 1921, non per la relatività bensì per il suo contributo alla spiegazione dell’effetto fotoelettrico, basato sulla teoria secondo cui la radiazione elettromagnetica è composta da quanti discreti (in seguito denominati fotoni). Questo lavoro fu fondamentale per lo sviluppo della meccanica quantistica.

Uomo di grande integrità morale, nel 1913 si rifiutò di firmare un manifesto a favore della guerra, schierandosi con convinzione a sostegno del pensiero non violento di Gandhi. Nel 1927 fu l’unico fisico a rifiutare l’invito del governo italiano a partecipare al Congresso Internazionale dei Fisici, in segno di opposizione al regime fascista di Mussolini.

Nel 1933, dopo l’ascesa al potere di Hitler e la promulgazione delle leggi razziali che prevedevano il licenziamento degli accademici di origine ebraica, Einstein decise di trasferirsi a Princeton, negli Stati Uniti. Ottenne la cittadinanza americana nel 1940 e proseguì la sua attività scientifica presso l’Institute for Advanced Study di Princeton, dove morì nel 1955.

In accordo con la sua volontà di mettere il proprio corpo al servizio della scienza, il cervello di Einstein fu espiantato post mortem e conservato in formalina per trent’anni. Successivamente, fu sezionato in 240 parti, distribuite a ricercatori di tutto il mondo. La porzione più grande è oggi conservata presso un ospedale di Princeton.

Questa mia opera a sanguigna, esposta nel 2021 nella mia mostra personale al Museo della Grafica di Palazzo Lanfranchi a Pisa, è un omaggio alla sua memoria.

Bruno Pollacci
Direttore dell’Accademia d’Arte di Pisa