Aldo Viglione

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È uno dei politici a cui ho voluto più bene. Arrivava a Telecupole per un’intervista, scendeva dalla macchina e mi chiamava dal piazzale. Mi affacciavo a salutarlo e mi precipitavo ad accoglierlo. Fu il primo, credo, a capire l’importanza della televi­sione ed ad utilizzarla con saggezza. Conservo ancora un piatto che volle re­galarmi alla fiera del tartufo di Alba che quell’anno aveva inaugurato. Venne al matrimonio di mia sorella e rallegrò i presenti. Simpatico, affascinante, si intratteneva con tutti con grande naturalezza. “La notte del Presidente” fu uno dei tanti programmi, a cadenza settimanale, che realizzammo insieme, sino all’esauri­mento delle forze, non prima delle due di notte. Molto spesso portava il sindaco di Torino Diego Novelli o qualche assessore rampante. Il pubblico telefonava senza sosta e lui riconosceva ogni voce ed ogni problema. Da zia Giulia a nonna Maria a Petu a Giacu, li chiamava tutti per nome e per ognuno aveva una risposta. Proverbiali la sua generosità e la sua squisitezza. Dei fratelli Luigi e Pier Maria Toselli, proprietari dell’emittente, mi di­ceva sempre “sono bramosi ma non cat­tivi”. Andavo spesso in consiglio regionale per realizzare in una sola mattinata una serie di interviste. Come si dice adesso, per ottimizzare i tempi. Al mio arrivo, a volte, Aldo Viglione sospendeva la seduta alcuni minuti, per permettermi di lavora­re in pace. Un giorno accadde che due consiglieri di prima nomina si lamentas­sero di questa prassi ritenendola troppo ossequiosa nei miei confronti. La sua risposta li incenerì lasciandomi sbalordito. “Voi non conoscete la potenza di Telecupole né Beppe. Ghisolfi o lo si adora o lo si distrugge. Ma a distruggerlo non siamo più a tempo”. In effetti mi adorava ed io adoravo lui. Purtroppo ci ha lasciati troppo presto a causa di in un disgraziato incidente stra­dale. Un presidente così, non l’ho più incon­trato.