Sassari – Per tre giorni si sono confrontati su risultati clinici e tecnologie emergenti, tracciando il profilo di una pratica medica sempre più guidata dai dati e assistita dall’intelligenza artificiale. Ma con attenzione alla responsabilità del clinico nel “nutrire” correttamente l’algoritmo: senza dati precisi, l’IA non può restituire indicazioni affidabili. «L’algoritmo integra l’esperienza clinica, rendendo più sicuri i protocolli e la scelta terapeutica. Ma l’intelligenza artificiale non potrà mai sostituire l’uomo, la mente umana, ma grazie alla sua velocità di calcolo possiamo ridurre gli errori e migliorare la qualità delle diagnosi».
L’evento, che si inseriva all’interno della ventiduesima edizione delle Giornate algheresi di Ginecologia e Ostetricia, ha permesso a oltre 150 relatori provenienti da tutta Italia e dall’estero di confrontarsi su un ampio spettro di temi, dalla chirurgia robotica alla medicina perinatale, fino alla procreazione medicalmente assistita e alla uroginecologia, con un taglio pratico, clinico e multidisciplinare.
«In questi tre giorni abbiamo cercato di dare una fotografia aggiornata di come l’intelligenza artificiale stia entrando in punta di piedi, ma in modo efficace, in tutte le nostre sottospecialità – ha spiegato il professor Capobianco –. Non sostituisce l’esperienza del medico, ma la affianca, migliorando precisione, sicurezza e capacità decisionale».
Si è parlato di chirurgia mininvasiva per i tumori ginecologici, resa oggi più sicura e meno traumatica dalla tecnologia robotica. Il centro di Sassari, in particolare, ha presentato l’esperienza della chirurgia robotica single port, che consente di operare attraverso un’unica incisione di appena 23 mm.
Ampio spazio anche alla medicina perinatale, grazie all’uso di apparecchiature ecografiche ad alta risoluzione potenziate da algoritmi di AI, che rendono le diagnosi prenatali sempre più tempestive.
«Questo congresso ha voluto offrire uno spazio condiviso, dove professionisti di diversa formazione potessero confrontarsi sui vantaggi e sui limiti di strumenti sempre più presenti nella pratica quotidiana – ha dichiarato il dottor Farina –. La medicina digitale non è un traguardo, è un percorso: e come ogni percorso, ha bisogno di visione e consapevolezza».
A conclusione dell’evento, si è rinnovato l’impegno a fare delle Giornate algheresi un appuntamento annuale sempre più orientato all’innovazione responsabile, capace di unire sapere scientifico, esperienza clinica e progresso tecnologico nel rispetto della persona e della sua salute.


