Caro direttore, agosto, ministri miei non vi conosco. Con la collegialità spedita in vacanza e dopo tre ore di riunione di Consiglio, quando alcuni ministri già pensavano a gonfiare i materassini o a preparare gli scarponcini da trekking, Meloni in versione Robin Hood – copyright Financial Times – ha piazzato il decreto legge sugli extraprofitti delle banche per riaffermare il potere della politica. Per farlo, ha atteso che il suo vicepresidente, nonché capo delegazione di Forza Italia Antonio Tajani, lasciasse Palazzo Chigi per andare in Belgio alle commemorazioni del disastro di Marcinelle.
A quel punto, la premier ha fatto approvare la norma che il fedele ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti – con Salvini convitato di pietra – ha illustrato in non più di tre minuti. Dopo che lo stesso ministro aveva, fino a quel momento, categoricamente negato l’ipotesi di un prelievo straordinario sulle banche.
Ma per assestare meglio il ko – e poi eventualmente passare a trattare – nessuno, a partire da Banca d’Italia, ne sapeva nulla. E con essa i più importanti banchieri italiani, Carlo Messina e Andrea Orcel in testa, colti letteralmente di sorpresa dal provvedimento. Tanto meno la novità era stata portata all’attenzione del pre-consiglio. Sono lontani i tempi di Gianni Letta, sottosegretario alla Presidenza, in cui le riunioni dell’Esecutivo erano preparate. Ma questo blitz rappresenta quello che sarà il nuovo stile del Governo? Oppure magari, in questo caso, è stato orchestrato solo per raccogliere applausi dal popolino e abbassare le temperature agostane dopo la bufera per le dichiarazioni di Marcello De Angelis sulla strage di Bologna?


