Alle urne: gli appuntamenti elettorali più importanti del 2020

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Archiviato il voto in Emilia Romagna e in Calabria nei prossimi mesi gli italiani saranno chiamati alle urne per diversi appuntamenti elettorali: referendum costituzionale, amministrative e regionali. Quali saranno le elezioni da seguire con maggior attenzione?

Un anno politicamente denso il 2020. In primavera sono attese le elezioni regionali in Veneto, Toscana, Liguria, Puglia, Campania e Marche. Si andrà a votare anche per eleggere i sindaci di alcune città fra cui Aosta, Arezzo, Trento, Reggio Calabria e Venezia. Si terranno inoltre le elezioni suppletive con tre collegi a Roma, Napoli e Terni.

Dopo il raggiungimento delle firme necessarie al Senato è arrivato il via libera da parte della Consulta per il referendum confermativo sulla riforma del taglio dei parlamentari previsto per il 29 marzo. Ebbene, quali saranno gli appuntamenti elettorali da monitorare maggiormente? Reggerà l’alleanza fra il Movimento 5 stelle e il Pd? Che ricadute potrà avere sul governo l’esito del referendum? Sputnik Italia ha raggiunto per un’intervista in merito Roberto Baldassari, direttore generale di MG Research.

– Roberto Baldassari, che cosa emerge dalle ultime elezioni in Emilia e in Calabria? Perché ha vinto Bonaccini?

– Emilia e Calabria presentano due tipologie di elettorato diverso, soprattutto nel centrodestra: in Calabria abbiamo riscontrato un elettorato molto più tradizionale legato alle logiche di voto passato, in Emilia non è stato così.

In Emilia ha vinto Bonaccini perché ha amministrato bene e perché ha fatto la campagna elettorale schierandosi in prima persona, ma lavorando sul territorio, non ha “chiesto aiuto” ai leader nazionali. L’opinione pubblica emiliana ha riconosciuto a lui direttamente il merito e ha riposto fiducia in lui.

Per quanto riguarda il Movimento 5 stelle: se confrontiamo il loro ultimo risultato alle regionali con quello alle politiche in Calabria, il 40%, e alle europee, il 29%,possiamo parlare di un crollo verticale. L’Emilia e la Calabria non sono necessariamente lo specchio dell’Italia, ma sono dei segnali che ci spiegano alcune dimensioni.

L’esito delle elezioni in Emilia non mi stupisce molto: è una regione rimasta rossa ed il Pd si è confermato. Siamo noi che ci aspettavamo un risultato diverso, ci aspettavamo un testa a testa, ma non c’è stato.

– Il Movimento 5 stelle sta praticamente scomparendo?

– È un movimento che ha sempre raggiunto i suoi massimi risultati alle elezioni politiche e non locali. Sia il Movimento 5 stelle, ma anche Salvini sono stati dati per morti troppe volte. Io non penso che il movimento di Grillo sia morto, credo si trovi in una fase di mutazione. Nel corso degli anni però il corso della mutazione che ha vissuto non è stata una crescita, ma una regressione.

Non dobbiamo pensare che le persone andate a votare alle politiche siano le stesse che hanno votato alle regionali. Probabilmente una parte dell’elettorato 5 stelle non è confluita in altri partiti, ma è andata nella parte di non voto. Sicuramente qualcuno ha cambiato casa, o meglio è tornato nella sua casa politica di partenza.

– Quali saranno i prossimi appuntamenti elettorati più importanti da seguire?

– Secondo me una regione da seguire con maggiore attenzione è la Puglia, soprattutto perché bisogna capire se e come a livello locale terrà l’alleanza Pd e 5 stelle. In Puglia abbiamo Emiliano, un leader politico forte e segmentante, cioè o lo odi o lo ami. Emiliano o trascina molto oppure è divisivo. La Campania ha delle dinamiche molto variegate: per esempio a Napoli c’è un sindaco non identificabile in alcun partito. Le due regioni veramente interessanti da seguire saranno la Puglia e la Campania, non da un punto di vista numerico, ma per le loro dinamiche interne.

– Fra i diversi appuntamenti alle urne vi è anche il Referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari. Quanto sarà importante il risultato per il governo?

– Renzi si è dimesso per un referendum, anche se per legge i referendum non lo prevedono. Dipende quanto verrà personalizzato il referendum dai leader politici dei singoli partiti. Se i leader politici trattano il referendum come una consultazione popolare apartitica allora non avrà una ricaduta sul governo; qualora i leader usassero il referendum come momento di personalizzazione della scena mediatica a quel punto l’esito del voto potrebbe riflettersi sui leader politici e potrebbe avere ricadute sul governo.

– In vista delle prossime elezione nella rossa Toscana i media parleranno di nuovo di un Salvini alla conquista di una regione da togliere alla sinistra?

-Per continuare ad essere in continua campagna elettorale Salvini ha bisogno di argomenti. Salvini personalizzerà ancora una volta la campagna regionale spostandola su un piano nazionale e così farà concentrare i mass media sulla Toscana.