Insomma, come prevedibile, è tregua

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palestina

Fino alla prossima volta

Sarebbe il momento dei bilanci: chi ci ha guadagnato, a che cosa è servito….domande che hanno la risposta più brutale nel numero delle vite innocenti perse. Stavolta, per me, è stato strano vivere questo conflitto breve da lontano, tra la piattezza dell’informazione e le intemperanze dei social.

Quante cose vergognose ho letto, che trionfi di ignoranza, che tifoseria impietosa, come certi capi curva che non guardano la partita e schiena al campo dirigono un’orchestra di slogan. Visto dall’Italia il Medio Oriente è la continuazione dei talk show con altri mezzi, è l’esibizione di destre e sinistre ridicole e di occasione.

Altrove almeno si dividono in modo più razionale. A Sarajevo la Biblioteca nazionale si è dipinta dei colori della bandiera palestinese, Solidarietà islamica, e forse l’immagine di Gaza come una gabbia, senza chiedersi come mai il domatore, dentro la gabbia, vesta la divisa di Hamas.

Per ragioni contrapposte il Palazzo di Giustizia di Banja Luqa, parte serba della Federazione bosniaca, si è dipinto con i colori di Israele. A Mostar, città divisa, una bandiera palestinese ha penzolato dal ponte, criticata dal sindaco croato, perchè l’Erzegovina si è schierata con Israele. Povere patrie, quelle balcaniche, e la nostra. Per fortuna adesso torniamo tutti virologi, e in tendenza ritornano migrazioni e tasse di successione.

Toni Capuozzo