ALPINI, Carlo Giovanardi su MOW difende gli Alpini e segnala incogruenze

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“Processo alle intenzioni non è mai una cosa buona e nemmeno utile”; “Venerdì 6 maggio sulla pagina Instagram del collettivo ‘Non una di meno Rimini’ è apparso il post che invitava a inviare testimonianze di molestie subite” ; “prima ancora che l’evento entrasse nel vivo o, mi verrebbe da dire, addirittura cominciasse”
Rimini – “Il processo alle intenzioni non è mai una cosa buona e nemmeno utile”, dichiara il sen. Carlo Giovanardi, intervistato da MOW (mowmag.com), circa l’indignazione via social network e conseguentemente sui mass media, per le segnalazioni delle presunte e gravi molestie avvenute pochi giorni fa, durante l’adunata nazionale degli Alpini a Rimini. “Sento di potermi concedere il piacere del dubbio – ha sottolineato Carlo Giovanardi al magazine lifestyle di AM Network – per via di come ha agito il collettivo Non una di meno di Rimini.”
 Il senatore ha dettagliato anche le incongruenze nel calendario di raccolta delle segnalazioni di gravi molestie sui social network: “Venerdì 6 maggio sulla pagina Instagram del collettivo ‘Non una di meno Rimini’, è apparso il post che invitava a inviare testimonianze di molestie subite da parte dei “400mila alpini” arrivati in città”, aggiungendo anche che: “quindi, prima ancora che l’evento entrasse nel vivo o, mi verrebbe da dire, addirittura cominciasse, già ‘Non una di meno Rimini’, in aperto conflitto con il sindaco che si era detto entusiasta per gli alberghi pieni e l’arrivo di così tante persone nella città, scriveva in buona sostanza che gli alpini fossero degli ubriaconi, molestatori e chi più ne ha più ne metta. ‘Vi spezzeremo le penne una a una’, aggiungevano. Che ricorda molto “Vi spezzeremo le reni”.
E questo, lo ribadisco, ancora prima che l’evento oggettivamente avesse inizio.” Sulle pagine digitali di MOW è stato ilustrato che, sempre da parte del medesimo collettivo di attiviste femministe, nel caso delle presunte gravi molestie in pubblico durante l’Adunata degli Alpini a Rimini, l’iniziativa di raccolta di testimonianze sui social network è stata tempestiva da parte della sezione locale del collettivo di attiviste. Mentre invece per le donne vittime delle molestie in pubblico dello scorso Capodanno di Piazza del Duomo a Milano, non è stata intrapresa alcuna raccolta di segnalazioni dei crimini, né inviti alle donne a pubblicare sui social network la propria traumatica esperienza. Infatti come è documentato su MOW e pubblicato sulle pagine social della sezione menghina del medesimo collettivo ‘Non una di meno’solo 12 giorni dopo i gravi crimini, avvenuti nel centro del Comune di Milano durante i festeggiamenti dell’ultimo dell’anno, è stato pubblicato sui social network da parte delle attiviste femministe un commento e un invito alle vittime a rivolgersi ad alcune strutture per ricevere supporto psicologico.