Altra stangata per le famiglie: schizza il carrello della spesa

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La lista di disastri economici per l’Italia e gli italiani si allunga. Dopo i dati su Pil, fatturato dell’industria, cassa integrazione e salari reali, arrivano altre cattive notizie, stavolta sul fronte dei prezzi. E c’è poco da festeggiare anche per quanto riguarda l’occupazione, con cifre solo apparentemente positive a cui fanno da contraltare l’aumento degli inattivi e salari reali nove punti più bassi del 2021.

Il dato più allarmante è però un altro. Seppure l’inflazione, a luglio, sia rimasta stabile al +1,7% rispetto allo stesso mese dello scorso anno (la variazione su base mensile è del +0,4%), ad aumentare è stato il carrello della spesa.

Inflazione stabile, ma schizza il carrello della spesa

Le stime preliminari dell’Istat certificano infatti un’accelerazione dal +2,8% al +3,4% per i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona. E a crescere sono anche i prezzi dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto: da +2% a +2,3%. Se l’inflazione non cresce è principalmente per la flessione dei prezzi energetici (-4%), nonostante l’accelerazione del settore alimentare (dal +3,3% di giugno a +3,8%). Quindi la media maschera un aumento per tutti i beni di uso quotidiano, quelli che hanno più impatto sulle famiglie. La crescita è trainata dagli alimentari non lavorati (+51,% annuo), ovvero i beni che più pesano sui bilanci familiari come frutta fresca (+8,8%), carne (+5%), vegetali freschi (+3,1%). E a crescere sono anche gli alimentari lavorati (+3,1%).

La stabilità dell’inflazione è, quindi, “solo un effetto ottico”, come sottolinea Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori. Il carrello della spesa è passato dall’1,7% di gennaio all’attuale 3,4%. Con l’inflazione attuale si registra “per una coppia con due figli un rialzo complessivo del costo della vita pari a 608 euro su base annua, di questi ben 375 se ne vanno solo per i prodotti alimentari e le bevande analcoliche, 395 per il carrello della spesa”. Una “vera e propria stangata” per Dona, che preoccupa però anche l’Adoc, secondo cui l’impennata del carrello della spesa vuol dire che aumentano i prezzi dei “prodotti di prima necessità”, diventati “un lusso inaccessibile per molte famiglie”.

E pure sull’occupazione non c’è nulla da festeggiare