Ancora una volta si assiste e si rimane sconcertati dinanzi alle minacce e a tanta violenza perpetrate ai danni dei medici e del personale sanitario infermieristico soprattutto nei Pronto Soccorso e nelle Aree di Emergenza degli ospedali ma anche nelle strutture di continuità assistenziale dove il singolo medico è più facilmente vittima di aggressioni a volte particolarmente violente
Un vero bollettino di guerra, un susseguirsi di episodi lesivi nei confronti dei camici bianchi che pare inarrestabile. Gli ultimi avvenimenti accaduti a Palermo presso il Pronto Soccorso dell’ospedale civico, con minacce, aggressioni e lesioni al personale sanitario, danneggiamento inoltre di alcune attrezzature, la dice lunga del clima di tensione che si avverte nelle aree di emergenza. La causa scatenante, comune denominatore di altri episodi simili, è data dalla lentezza e dal ritardo della prestazione sanitaria offerta all’utenza.
Questi episodi incresciosi e ingiustificabili dimostrano lo stato di precarietà in cui versano gli ospedali e in particolare le strutture più sensibili come i pronto soccorso e le aree di emergenza. La carenza di medici e personale sanitario dovuta a responsabilità politiche gestionali delle aziende sanitarie tende ad acuire tali fenomeni dando la possibilità a balordi, a delinquenti, a irresponsabili, e a qualche cittadino esasperato, di accendere il fuoco dell’inciviltà sulla benzina della precarietà. Le lunghe attese senza ricevere alcun conforto e riscontro alla propria sofferenza mettono spesso a dura prova i nervi dell’utente e dei familiari, ma ciò non giustifica e va sicuramente condannato qualsiasi gesto di intolleranza e di violenza.
Ancora una volta le strutture sanitarie sia esse ospedaliere sia di continuità assistenziale sembrano luoghi di scontro dove gli egoismi, la stupidità, l’intolleranza e l’inciviltà vengono a provocare una miscela esplosiva per atti di violenza nei confronti dei medici e del personale sanitario. Le minacce e gli atti di violenza a danno dei “camici bianchi” tende ad interessare in egual misura le diverse aree geografiche del paese, portando ancora una volta alla ribalta quanto precarie e difficili siano le condizioni di lavoro di questi professionisti costretti ad operare in condizioni di disagio professionale e umano, a rischio della propria incolumità fisica.
Ora ci si chiede per l’ennesima volta quale provvedimenti certi e celeri intenda adottare il governo per prevenire tutto ciò e tutelare l’incolumità dei sanitari lasciandoli operare serenamente nell’espletamento del loro lavoro di per se tanto utile quanto delicato. Anche questo rientra a pieno titolo nella tutela e dignità dei lavoratori. Al Ministro della salute un invito pressante a non tralasciare la difesa della dignità professionale dei medici e del personale sanitario vittima spesso di violenza inaudita e sempre più alla mercé di balordi che, affidandosi alla impunità e alla mancanza di certezza della pena, favoriti anche dall’assenza di postazioni fisse di polizia, tendono a delinquere nelle strutture sanitarie, specialmente in quelle dei Pronto Soccorso.
Opportuno e assolutamente necessario inoltre è potenziare le Aree di emergenza con un maggior numero di medici e personale sanitario per potere meglio qualificare e dare risposte più veloci alle molteplici richieste di salute. Altro che ridurre i finanziamenti alla sanità pubblica…
(Dott Paolo Caruso)



