ALTRO CHE TREGUA DI FERRAGOSTO: 23 MILIONI DI INTIMAZIONI FISCALI SOTTO IL SOLLEONE

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Con buona pace del fisco amico, il duo Leo – Giorgetti emula il mai rimpianto Tremonti e fa sentire pure la nostalgia per la coppia prodiana Visco – Bersani

Da qualche anno, su indicazione vincolante del Governo di turno, l’agenzia delle entrate e l’agenzia delle entrate per le riscossioni dovrebbe osservare l’ordine di consegna di non recapitare ai contribuenti, ossia a famiglie e aziende, gli atti ingiuntivi e a carattere intimativo fra il primo e il 31 agosto e fra il 1 e il 31 dicembre.

Peccato però che tale disposizione sia stata interpretata in senso restrittivo dagli uffici delle Entrate, che hanno deciso di fare partire comunque le missive considerate indifferibili a causa della prossimità della scadenza dei termini.

Una causa di eccezione che ha autorizzato la ripresa di invii copiosi di ingiunzioni contenenti termini perentori rigorosi a pena di incorrere in blocchi, fermi e pignoramenti, in molti casi riferiti a casi e vicende già interessati da prescrizioni o rateizzazioni.

Secondo l’unione nazionale delle camere degli avvocati tributaristi, si sta verificando l’ennesima dimostrazione di come ai proclami politici non facciano seguito adozioni di comportamenti corrispondenti da parte degli uffici fiscali.

“È vero che le norme prevedono il fermo (dal 1° agosto al 4 settembre) dell’invio di comunicazioni sugli esiti dei controlli automatizzati delle dichiarazioni, sugli esiti della liquidazione delle imposte dovute sui redditi assoggettati a tassazione separata e sulle lettere di compliance, ossia di collaborazione paritetica tra Fisco e contribuenti; così come dei pagamenti contestati a cittadini e imprese. Ma pare di capire che tutta l’altra attività proceda a tamburo battente, nonostante la circolare specifica sopra menzionata, creando un potenziale danno alla tutela delle persone ingiunte dall’amministrazione fiscale. Ci appelliamo all’Agenzia delle entrate affinché siano predisposte indicazioni omogenee per le strutture e le filiali territoriali così da vigilare sulla loro attuazione”.

Naturalmente, nel corso del più recente Consiglio dei ministri, sia il leghista Giorgetti che il fratello d’Italia Leo si sono ben guardati dall’intervenire su una vicenda che dimostra la debolezza della politica nei confronti dei vastissimi poteri di cui gode da dieci anni l’ufficio del potentissimo direttore generale Ernesto Maria Ruffini, sopravvissuto ai governi Renzi, Gentiloni, Conte uno e due e Draghi.

Dir politico Alessandro Zorgniotti