Amianto: in Toscana presenza diffusa ma pericolo basso

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Firenze – Allo stato attuale, con il quadro conoscitivo ancora in costruzione e stando ai dati della mappatura 2007-2013, la presenza di amianto negli edifici pubblici e privati della Toscana non registra situazioni di pericolo grave. “I materiali contenenti amianto sono abbastanza diffusi sul territorio ma la classe di pericolosità non è alta”. È quanto emerge dall’informativa della Giunta sul Piano regionale di tutela dall’amianto resa in commissione Ambiente del Consiglio presieduta da Stefano Baccelli (Pd).

Il documento, previsto all’articolo 2 della legge 51/2013 contiene obiettivi e linee di azioni da intraprendere giudicate positivamente dal presidente Baccelli: “È un buon risultato e dimostra l’attenzione della Regione su un tema molto sentito dai cittadini” commenta a margine della seduta.

Secondo i dati riportati nell’informativa e resi nel corso della seduta di giovedì 18 giugno, la mappatura del 2007, parzialmente aggiornata nel 2013 da Arpat in collaborazione con le aziende sanitarie, dimostra un situazione in “rapida evoluzione”. In sei anni molti siti sono già stati bonificati. Gli edifici pubblici con presenza di amianto (fonte relazione Arpat 2013) sono passati da 1145 a 1061. Per le coperture di edifici privati, industriali e civili, rilevati con il contributo del Consorzio Lamma, si è preso in esame un campione di 897mila 29 ettari in cui circa il 18 per cento risultano coperture ad ondulina (164.01 ha). La stima estesa alle coperture superiori a 400 mq di tutta la regione indica che mille 544,90 ettari su 8mila 469,48 sono coperti da onduline.

La provincia con il numero maggiore di ettari coperti con ondulina è Firenze con 373 ettari (24 per cento), seguono Arezzo (13), Pisa (13) e Siena (10). La provincia con la minore superficie a ondulina risulta Massa (4 per cento).

Per monitorare la situazione in tempo reale, la Giunta pensa al superamento del concetto di mappatura a “fotografia istantanea” in favore di un data base delle situazioni con presenza di amianto (edifici, impianti industriali, cave) aggiornabile in tempo reale sia riguardo ai casi in uscita (bonificati) che i possibili in entrata da sviluppare in stretta sinergia con enti locali, Arpat e aziende sanitarie.

Massima attenzione viene riservata al grande tema della sicurezza. Nel Piano si richiamano gli incentivi per sostituire le coperture con pannelli fotovoltaici e parallelamente si individuano linee di indirizzo per i luoghi di lavoro e per la tutela della salute degli operatori.

Il documento, sul tema dell’amianto naturale, lavora in stretto raccordo con il Piano cave, in particolare sarà avviato un progetto speciale Con Arpat e aziende sanitarie per monitorare le situazioni più pericolose anche prevedendo “dismissioni di siti”.
Tra gli obiettivi più trasversali, anche la formazione professionale di tutti i soggetti a vario titolo coinvolti, al costituzione di un gruppo di lavoro per verificare l’evoluzione del fenomeno amianto in Toscana e la verifica delle possibili tecniche disponibili in tema di inertizzazione.
Essendo un “documento che contiene azioni concrete”, non si fanno previsioni localizzative di siti rimandando questo specifico aspetto all’aggiornamento del Piano rifiuti.

In sede di dibattito il vicepresidente della commissione Giacomo Giannarelli (M5S) ha chiesto i dati delle coperture dei tetti nelle abitazioni private. A livello statistico, si è appreso, si registrano circa 12mila ettari di coperture in cemento amianto.
La capogruppo della Lega, Elisa Montemagni, ha chiesto i dati della presenza di amianto nell’acqua che, a detta della Giunta, presenta “valori al di sotto della soglia considerata come pericolosa”. La fonte è risultata essere studi internazionali specifici attraverso i quali è possibile stabilire una presenza “comunque contenuta”.
Soddisfazione per l’arrivo, anche se tardivo, dell’informativa è stata espressa da Tommaso Fattori (Sì-Toscana a sinistra): “La vera partita saranno le risorse necessarie per la rimozione e lo smaltimento”.