Se punti sul cavallo sbagliato, perdi.
Vincono le persone scelte dai cittadini, per capacità e competenza, al di là dei simboli di partito.
Vale nelle grandi città, come negli altri Comuni (la riprova anche nel Veronese). Prendete Roma, caso di scuola: un partito elettoralmente in salute come Fratelli d’Italia, puntando sull’evanescente Michetti, non ha toccato palla al ballottaggio. E così ha reso vane le sue pur ottime percentuali al primo turno (la classica vittoria di Pirro).
Il centrodestra, se vuole tornare a essere competitivo nelle città, deve presentare personalità radicate nel loro territorio e credibili. Solo così si vince e si rimedia anche all’altro grande dato di questa tornata elettorale: l’astensionismo. In gran parte riconducibile proprio all’elettorato di centrodestra, poco motivato dall’attuale offerta politica locale.



