Sono 12 i romanzi scritti da questa brava “indagatrice dell’animo umano” che vive nella Black Country inglese (dove ambienta le sue storie), tutti di grande successo (hanno venduto oltre 5milioni di copie), che hanno quale protagonista Kim Stone, una detective poco socievole ma empatica, solitaria, ben caratterizzata, che si punisce in modo originale ed unico quando vede la sofferenza altrui (di cui si sente colpevole per non essere stata col suo mestiere in grado di evitarla), soprattutto dei minori e dei più deboli e che – grazie alla sua grande intuizione, frutto forse di questo suo carattere – riesce ad avere al momento opportuno la forza per giungere a capire chi è il colpevole e a catturalo.
Una curiosità che porta a riflettere è la copertina di questi romanzi: hanno tutti una giovane donna di spalle, in giacca rossa e jeans, che cammina, lentamente, verso… il domani, il futuro…, ed il cui autore è Sebastiano Barcaroli.
Sarà stata una sua idea o solo l’esecuzione di un ordine ricevuto?
Con il termine “gifted” (plusdotato, inteso internazionalmente, ma anche “iperdotato”, talvolta“APC”, Alto Potenziale Cognitivo) ci si riferisce a soggetti con capacità e potenzialità mentali e di sviluppo extra normali, superiori alla media, in uno o più ambiti, se confrontati con individui della stessa età ed esperienza; capacità che possono manifestarsi in vari modi, in aree o materie del vivere (il protagonista del film Uomo della pioggia…; William James Sidis, un bambino del 1898 ritenuto il più intelligente del pianeta Terra …; Terence Tao, matematico australiano con un Q.I. registrato di 230, quando Einstein aveva 160…).
La mossa dell’assassino esplora questo campo del vivere umano – “…questi bimbi mi hanno sempre affascinata… soprattutto capire il loro modo di vivere …” – dice la Marsons nelle note finali.
Ma “non è solo d’oro quello che riluce”: con questo personale adattamento del noto proverbio intendiamo dire che ogni medaglia ha due valori, la testa – successo, protagonismo, onori, riconoscimenti e premi, …denaro – e la sua croce – isolamento, difficoltà a comunicare e relazionarsi con il prossimo, forti momenti di stress e di ansia… di cui spesso non si tiene conto, ed anche un mondo più o meno nascosto di emozioni e sentimenti che può affondare le proprie radici nell’abisso più profondo di chi vive queste situazioni in prima o per riflessa persona.
Ecco dove entra in ballo Kim: ad un primo cadavere, Belinda Evans, una docente universitaria trovata in un parco orribilmente mutilata, seguono altri tre omicidi, in qualche modo collegati al mondo “gifted” e di cui, a motivo della scaltrezza dell’assassino, nonostante i mezzi e le risorse impiegate, non si viene a capo.
Belinda ha una sorella, Veronica, che sembra voler nascondere molte cose. Perché?
Ogni omicidio ha un segno distintivo collegato ad un gioco infantile (giostra, campana, parco giochi…), anche questo apparentemente inspiegabile. L’unica traccia che salta fuori riguarda le vittime, tre delle quali sono state coinvolte in un torneo per bambini prodigio che si tiene annualmente.
Sono centinaia le potenziali piste da seguire e non tutti collaborano come dovrebbero, in più ogni essere umano ha qualcosa che non vuol far sapere al suo prossimo.
Una possibile chiave di lettura potrebbe essere la vendetta, la cui sete è così forte da trasformare anche il gioco in una trappola dispensatrice di morte. E’ un intuito di Kim che deve però trovare riscontri compatibili tra le centinaia di cose che apprende, elabora, o scopre per caso.
Ellie Lewis – ad esempio – è un’insegnante che dispensa lezioni private ai ragazzi “gifted”, che in passato ha subito un’aggressione col coltello che l’ha sfregiata; episodio che sembra fuori dal circolo omicida ma che frulla nella mente dell’ispettore investigativo Kim.
Jared e Serena – attuali organizzatori della Brainbox, il torneo per bambini super intelligenti – cercano sempre di difendere il loro lavoro e le loro scelte, ma creano parecchi malumori che potrebbero motivare le gravi conseguenze registrate.
E così per altri personaggi, come Doug Johnson, poliziotto assolutamente insoddisfatto, diventato astioso, che desidera ricevere promozioni senza usare “olio di gomito” e guarda con rancore i colleghi intorno a lui che fanno carriera.
Come dicevamo, capacità di introspezione, intelligenza e sensibilità naturali della Mansons già caratterizzanti il suo esistere e scrivere, si sono acuiti ed accresciuti nel tempo, con il prosieguo del suo lavoro “…divertirmi e chiamare lavoro quello che faccio…” per un risultato quasi sempre molto gradevole, attento al mondo desolato di cui scrive, con un tocco di originalità qua e là disseminato, che rende la lettura positiva e scorrevole.
Franco Cortese Notizie in un click



