Il riconfermato Presidente dell’associazione bancaria italiana, e del gruppo cassa di risparmio di Ravenna, Antonio Patuelli, ha più recentemente lanciato un duplice appello alla classe politica attualmente impegnata in una delle più anomale campagne elettorali della Storia unitaria del nostro Paese
Il primo monito è a evitare il ricorso all’esercizio provvisorio del bilancio dello Stato: una ipotesi estrema disciplinata dalla nostra Costituzione la quale stabilisce che, in caso di mancata approvazione, entro il 31 dicembre dell’anno precedente, della legge di previsione delle entrate e uscite statali per i dodici mesi successivi, debba essere applicato per il primo quadrimestre un esercizio provvisorio che impedirebbe alla macchina pubblica centrale di spendere, mensilmente, oltre un dodicesimo del totale generale della spesa in questo caso del 2022.
Il massimo rappresentante del settore delle banche italiane invita pertanto a non trascurare una tale eventualità che potrebbe avere l’effetto di scatenare i mercati internazionali nei confronti del nostro Paese (leggi: pressioni sui rendimenti dei titoli di Stato e quindi sul famigerato spread), ma allo stesso tempo invita a non drammatizzare un simile scenario attraverso il quale si verificherebbe un contenimento degli andamenti espansivi della spesa pubblica.
Il Presidente Patuelli esorta la classe politica, e futura classe di Governo, a non rifugiarsi immediatamente nello scudo antispread messo a disposizione dalla Banca centrale europea, poiché esso ha il valore di una estrema ratio che ove attivata sarebbe indicativa di emergenze e di fragilità nazionali in atto, quindi il prossimo esecutivo avrà prima di tutto il compito, da novembre e dicembre prossimi, di garantire un ordinato e puntuale adempimento degli obblighi sia interni (approvazione di una legge di stabilità e di bilancio di fatto in buona parte già scritta dai documenti di economia e finanza del dimissionario governo Draghi, ndr) che europei.
Questi ultimi corrispondenti, in pratica, ai provvedimenti di attuazione progressiva del Pnrr per l’ottenimento delle ulteriori corrispondenti rate dei fondi europei subordinati al rispetto delle scadenze temporali entro cui approvare i piani di riforma concordati tra Roma e Bruxelles.
Il presidente dell’associazione bancaria italiana, infine, chiede che lo strumento della garanzia pubblica sui prestiti non venga lasciato decadere al 31 dicembre ma sia prorogato fino a quando si protrarrà un contesto emergenziale segnato da rincari e alta inflazione purtroppo non sporadica né di breve durata ma tale da mettere a serio rischio il capitale circolante e la stessa gestione ordinaria delle aziende clienti degli istituti creditizi.
Dir. politico Alessandro ZORGNIOTTI




