“Dagli ultimi dati pubblicati dall’Istat emerge un quadro occupazionale preoccupante: ad aprile 2022 gli occupati tornano a scendere con la sola eccezione dei contratti a tempo determinato il cui aumento prosegue senza sosta. Anche sul fronte dell’occupazione femminile i dati di aprile 2022 registrano un preoccupante calo di 43 mila unità. Nel nostro Paese in presenza di un figlio lavora l’83,5% dei maschi e solo il 55,2% delle donne. Un divario superiore ai 28 punti percentuali (28,3%), più ampio non solo della media Ue (17,9 punti) ma anche rispetto a quello di tutti gli altri paesi europei. Ora –conclude Anzaldi – è necessaria chiarezza per intervenire e invertire una tendenza preoccupante”.