Per raccontare l’aria che tira, l’ex sindaca e attuale deputata del M5S, Chiara Appendino, parte da ciò che stanno passando i suoi ex colleghi: “Con quegli sms sul Reddito di cittadinanza, il governo ha abbandonato a se stessi i comuni, i Caf, i servizi sociali sui territori, nonostante noi del M5S avessimo avvertito da mesi su quanto sarebbe successo. Per il suo furore ideologico contro il Movimento, la maggioranza sta facendo del male a tutto il Paese: ora devono assolutamente convocare un Consiglio dei ministri e ritirare la misura”
A occhio non lo faranno, non crede?
Dovrebbero. Tantissima gente non saprà come mettere assieme il pranzo con la cena.
Le risponderebbero che il M5S fa muro perché sul reddito ha preso milioni di voti al Sud.
Noi non siamo certo solo quelli del reddito. E voglio sfatare un mito: solo in provincia di Torino, le famiglie che lo perderanno sono 4615. L’attacco ai poveri non riguarda solo il Sud.
Perché questo governo va dritto, per radicalizzare il suo elettorato?
È il loro modus operandi: da un lato, coccolano potenti ed evasori, senza toccare gli enormi profitti delle banche e facendo continui condoni; e dall’altro, infieriscono su chi è in difficoltà. Dopodiché imprese e commercianti denunciano che, con il taglio del Rdc, potrebbero perdere fino a 1 miliardo per i mancati consumi.
Tradotto, le destre potrebbero perdere consensi da un mondo che descrivono affine?
Le politiche stanno attuando danneggiano anche – e in alcuni casi soprattutto – le piccole e medie imprese.
Giuseppe Conte si è detto preoccupato per la tensione sociale che si sta creando.
Il governo sta soffiando sul disagio di tanti, ma il problema non sono certo i cittadini che protestano nelle piazze, le opposizioni o i sindaci che chiedono aiuto, a cui toglieranno anche miliardi sul Pnrr: proprio a loro, che li hanno già in parte già spesi, e anche bene. Invece di colpevolizzarli, l’esecutivo faccia un passo indietro e tuteli i deboli.
Per ora c’è chi ha ventilato una commissione d’inchiesta sull’operato dell’ex presidente dell’Inps, Pasquale Tridico.
È solo un’arma di distrazione di massa, per far parlare d’altro. Le truffe legate al Rdc hanno riguardato lo 0,8 per cento delle cifre erogate, e la commissione voluta da Tridico per fare filtro ha evitato raggiri per 11 miliardi.
Qualche timore sul piano dei consensi la premier Meloni deve averlo, se ha cautamente riaperto sui salario minimo, non pensa?
Noi siamo prontissimi a discutere e a lavorare su una legge, anche in agosto: il salario minimo è una battaglia che portiamo avanti da anni. Però è già passata una settimana e Meloni non ci ha convocato. Parla molto, ma non fa nulla di concreto.
Non si fida dei segnali del governo sul tema?
Nella richiesta di sospensiva che verrà votata a breve alla Camera (con cui si fisserà per il 29 settembre la ripresa della discussione sul salario in aula, ndr) c’è scritto che il salario minimo abbassa gli stipendi e distrugge la contrattazione collettiva. Non mi sembra un grande viatico.
Di sicuro delle opposizioni così divise possono fare poco per incidere. Fino alle Europee tra voi e Pd sarà solo competizione elettorale…
Sul salario abbiamo trovato una piattaforma comune, dopo che il Pd ha finalmente sostenuto la nostra proposta.
Ma la distanza resta, no?
Noi ci confrontiamo sui temi. Non abbiamo paura di dire che gli inceneritori non vanno costruiti o che non vanno più inviate armi all’Ucraina. Abbiamo un programma, e lo portiamo e lo porteremo avanti.
Ci sarebbe anche Carlo Calenda, per tacere di Matteo Renzi.
Anche Calenda ora appoggia il salario minimo, dopo aver cambiato idea tre volte. Ma sia lui che Renzi sembrano alternarsi come stampella per il governo: anche se non sono quasi mai d’accordo tra di loro.


