Luigi Marattin (terzo polo): “La norma sulla tassazione degli utili in eccedenza va riscritta attraverso la previsione di una maggiorazione temporanea dell’imposta Ires sulle società energetiche”
Possiamo definirla una vittoria postuma del Premier dimissionario Mario Draghi. Il quale a più riprese aveva sempre ribadito, a Roma così come a Bruxelles, l’importanza anzi la necessità di approntare provvedimenti di tassazione degli extra utili delle compagnie energetiche, così come di calmierazione dei prezzi del gas importato e dell’energia, attraverso iniziative dirette della commissione europea e non dei soli singoli Stati: circostanza, quest’ultima, che avrebbe comportato l’esposizione a ricorsi, contenziosi e mancati versamenti.
Il che è purtroppo puntualmente avvenuto, come dimostra il fallimento consistito nella plateale disapplicazione del prelievo del 25 per cento sulla componente degli utili, intesa come differenza tra operazioni attive e passive, derivata dalla pura e semplice applicazione dei rincari delle bollette in conseguenza del recepimento dei maggiori prezzi internazionali del gas.
Un obbligo tributario straordinario che era stato messo a carico di società come ENI, Enel, Edison e altre simili; e un dovere morale per tali enti in quanto partecipati o comunque a vario titolo sottoposti alla politica industriale del Governo Italiano. Invece, sui previsti e stimati dieci miliardi di gettito, all’appello nelle casse erariali ne risulta arrivato appena uno, e lo scenario non promette di migliorare a breve sebbene Draghi intenda puntare sulla carta delle sanzioni e delle maggiorazioni a carico dei soggetti passivi inadempienti.
Secondo Luigi Marattin, esponente del terzo polo di Calenda e Renzi, è prioritario riscrivere la norma in modo da rendere vincolante il versamento di quegli utili eccedenti, affinché ritornino effettivamente alle famiglie e alle imprese più disagiate in forma di riduzioni e conguagli a credito sulle bollette di luce e riscaldamento: questo può essere tuttavia fatto soltanto con una clausola che preveda, in via temporanea, una maggiorazione dell’imposta Ires sulle società appartenenti al settore della filiera energetica.
Questo consentirebbe di creare un vincolo di destinazione sulla parte di utile derivata dall’andamento anomalo e speculativo del mercato delle quotazioni sovranazionali del gas naturale.
All’origine di tutto, in ogni caso, deve esservi un cappello da parte di Bruxelles: perché solo così potrà essere evitato il paradosso, eticamente non accettabile, di una società a partecipazione statale che ricorra contro il proprio Stato per non versare un tributo dovuto sul provento di un rincaro anomalo determinato dal mercato virtuale di riferimento di Amsterdam nei Paesi Bassi.
Quest’ultimo è uno dei punti che sarà al centro del summit convocato per domani da Ursula von der Leyen, Presidente della commissione UE, per definire il piano contro i rincari dell’inverno e per garantire, pur in un quadro di consumi razionalizzati, la continuità delle fondamentali attività domestiche e produttive.
L’organo di Governo dell’Unione Europea è determinato a mettere a punto un piano che legittimi nel dettaglio il prelievo sugli extra-profitti delle società di produzione e distribuzione dell’energia che hanno realizzato alti guadagni straordinari; l’intervento dovrà servire a fissare un prezzo amministrato per l’elettricità prodotta da fonti rinnovabili, in maniera da incentivare un maggior numero di cittadini e aziende a dotarsi di impianti green per l’autoproduzione e l’autoconsumo svincolato dal gas. Su tale ultimo versante, von der Leyen ha comunicato che la strategia russa di ricatto all’Europa con la chiusura del gasdotto North stream due fallirà, poiché la dipendenza dagli idrocarburi di Mosca è scesa già al 9 per cento, a favore di altri Paesi fornitori come la Norvegia.
La mossa finale sarà, quindi, l’istituzione di un meccanismo di controllo sugli andamenti delle operazioni in corso sulla Borsa del gas di Amsterdam, al fine di sospenderne le quotazioni rialziste ovvero di creare un altro indice di riferimento più realistico che sia effettivamente tarato e calibrato sugli effettivi livelli di dipendenza esterna negli approvvigionamenti e di consumo domestico e aziendale.
Dir. politico Alessandro ZORGNIOTTI




