. Escludendo i brevi e locali episodi di pioggia poco intensa del 25 dicembre e del 5 gennaio, e le deboli nevicate cadute sui settori più settentrionali delle Alpi, durante il periodo considerato, non sono state registrate precipitazioni degne di nota.
Ad aggravare il contesto secco si sono aggiunte temperature molto spesso sopra le medie del periodo soprattutto in montagna (ricordiamo la giornata del primo gennaio, quando a 3.000 metri sono stati toccati 9 gradi, scopri di più), mentre in pianura, complici le nebbie e le inversioni termiche, i valori si sono mantenuti più vicini alle medie.
Lo ha scritto in una nota l’Agenzia regionale per la protezione ambientale (Arpa) della Lombardia, sottolineando che “negli ultimi giorni, in occasione dell’ennesima perturbazione da Nord, si è assistito all’effetto causato dal foehn, vento settentrionale che ha provocato un riscaldamento importante anche sulla pianura lombarda, allontanando le nebbie e alzando la colonnina di mercurio fino all’apice raggiunto il 2 febbraio, quando in molte città dalla pianura si sono raggiunte massime di 20-21 gradi, valori tipici di inizio maggio.



