Arriva la rivoluzione del fisco: Stato “amico” e tasse più semplici e snelle

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Un fisco “amico”, più semplice. Il provvedimento del governo, approvato nei giorni scorsi alla Camera, è una prima rivoluzione sul taglio delle tasse promesso in campagna elettorale, e che ora diventa un fatto. Nei prossimi giorni passerà al vaglio del Senato e prima di Ferragosto sarà legge

La riforma fiscale garantisce più equità e tutele per famiglie e fasce più deboli. E poi la vera rivoluzione concettuale: si favorisce una leale collaborazione fra Stato e cittadini, superando la concezione di una lotta all’evasione fiscale fatta solo di controlli e sanzioni.

In questa direzione, per esempio, va l’istituzione del concordato preventivo biennale, grazie al quale i contribuenti e lo Stato potranno accordarsi per fissare, a prescindere dal reddito percepito, la base imponibile, potendo così conoscere in anticipo quante tasse dovrà versare nel biennio successivo. Una semplificazione non da poco.

Nella legge c’è un’altra scelta importante: la revisione delle aliquote Irpef, che passano da 4 a 3, con l’individuazione di una unica fascia di esenzione fiscale. Poi c’è la modifica dell’Iva, con la revisione del numero delle aliquote e delle regole sulla detrazione. L’Irap sarà gradualmente abrogata e inglobata nell’Ires.

Il governo vuole costruire un fisco più giusto, equo ed efficiente che presti maggiore attenzione alle famiglie, ai costi sostenuti per i figli, per la casa e per la salute. Così avremo una pressione fiscale minore per le fasce di reddito più basse e un maggiore potere d’acquisto per le famiglie.

Meno tasse sui premi di produttività, straordinari e tredicesime. Il governo continua così nella linea del taglio del cuneo sulle buste paga, una scelta che ha già portato risultati importanti, come la crescita dell’occupazione stabile e il tasso di disoccupazione ai minimi dal 2009. Con tutti gli indicatori economici che parlano chiaro: con il l’ è ripartita eccome, smentendo i “gufi” della sinistra che prevedevano disastri con l’arrivo della destra a Palazzo Chigi.