Non è che avessi molto tempo libero, perché la mia vita era casa e allenamento al Palalido
La sera non avevo nemmeno la forza di uscire, solo qualche cena da Premier e Ferracini. Ma avevo un debole per Piazza Castello e per il carico di storia che contiene.
Ho vissuto lì per cinque anni, in una mansarda che era la mia oasi di pace, senza il rumore delle partite, dello spogliatoio, dei tifosi.
Guardavo il parco dalla finestra e allora portavo fuori Lola, il mio pastore tedesco e, attraversando il parco, pensavo alla vita del passato, agli Sforza e ai Gonzaga, a Leonardo e alle belle dame, alla distesa di verde che arrivava fino al Duomo.
E sognavo immaginando di vedere una dama affacciarsi da una finestra del Castello…”
Dino Meneghin