A Perugia, la piccolissima Cappella di San Severo con un grande affresco, luogo unico al mondo dove ammirare Raffaello e Perugino a confronto diretto
PERUGIA – Si chiama affresco della “Trinità e Santi”, misura 175 x 389 cm ed è stato iniziato tra il 1505 ed il 1508 e completato poi nel 1521 “nientepopodimenochè” dal grande Raffaello – che lo lasciò incompiuto per recarsi a Roma da papa Giulio II – quindi terminato (l’anno dopo la morte di Raffaello) dal suo maestro, Pietro di Cristoforo Vannucci, meglio noto come “il Perugino”.
Esso è custodito in ristretti locali-museo (forse meno di 30mq!) del complesso conventuale camaldolese attiguo alla chiesa di San Severo a Perugia.
Ne parliamo oggi – dopo averlo visitato con molto piacere – per significare quanto sia poco segnalata e visitata, rispetto alla sua importanza ed alle tante cose che ci “racconta” quest’opera unica di due maestri dell’arte italiana rinascimentale che è possibile confrontare con sguardi immediati e percepire quelle sensazioni e le emozioni che gli amanti dell’arte, della bellezza, dell’armonia e dell’equilibrio conoscono bene.
Nascosto tra i medioevali vicoli in salita, su una minuscola piazzetta, questo luogo “silenzioso e invisibile” passa inosservato alla gran parte dei frettolosi viandanti che stanno visitando la città così ricca di attrazioni: un anonimo edificio in laterizi, semplice e banale, privo di apparenti interessi, posto accanto ad una chiesetta, San Severo, che nulla rivela del suo prezioso interno. Pure in esso troviamo esposto uno dei “racconti” più eleganti e artisticamente importanti del nostro Rinascimento con le sue curiose ed interessanti implicazioni. Prima tra tutte quella del maestro che viene superato dall’allievo, cosa rivelata dal confronto tra le due componenti l’affresco, superiore (più offeso dal tempo) ed inferiore (meglio conservato): luminoso e moderno il primo così ricco di particolari e di equilibrio nelle cromie, tridimensionale… quanto poco “moderno” quello in basso, meno curato e più “antico” (metodi quattrocenteschi!), ultima opera realizzata a Perugia dal Vannucci. E’ pur vero che questa composizione del Perugino è stata creata a settant’anni suonati del maestro, con la sedentarietà di un artista arrivato ormai pago dei risultati ottenuti.
Di Raffaello, invece, questa è l’unica opera – su incerta commissione, nel 1505, del vescovo Troilo Baglioni: appartenente ad una famiglia ricca e molto raffinata, che segnalò ai monaci della chiesa di San Severo, il nome del giovane pittore (ventidue anni) per la decorazione ad affresco della piccola cappella – delle tante realizzate in città, rimasta a Perugia.
Di curioso e interessante ancora segnaliamo che al suo secondo, tra i due più recenti restauri (primo nel 1976, secondo nel 2022), ai 52mila euro della Regione ed a quelli del Comune (che ha promosso e sostenuto lo stesso), contribuì il grande fotografo Steve McCurry.
La cappella di San Severo è comunque oggi inserita nel sistema museale di Perugia ed è fra i beni curati dalla Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici dell’Umbria.
Se studiamo storicamente i due lavori, oltre la componente tecnica, osserviamo che nella nicchia a sesto acuto che contiene il grande affresco, nel registro superiore – al di sotto della Trinità (Dio Padre quasi non più visibile ormai) ed ai bei due grandi angeli – troviamo i santi benedettini: Benedetto abate, Placido e Mauro a sinistra e quelli camaldolesi (chiesa di san Severo) di Benedetto, Giovanni e Romualdo a destra. Come riportato dalle scritte sotto di loro.
Nel registro inferiore del Perugino sono stati identificati invece (a figura intera), Scolastica, Girolamo, Giovanni Evangelista, Gregorio Magno, Bonifacio e Marta, con sguardi e prospettive “sorpassate”.
Al centro si fa ammirare una nicchia contenente una Madonna col Bambino, in terracotta, del Quattrocento, attribuita a Leonardo del Tasso ispirato alla scuola di Firenze; con scritte di dedica dell’affresco, in latino, poste ai lati destro e sinistro, dell’altare.
La foto dell’affresco è fatta dallo scrivente con l’autorizzazione del cortese e disponibile, giovane, e preparato personale, che ringraziamo.
Franco Cortese Notizie in un click




