Vedo più impunità, più segretezza, più rappresaglie per aver detto la verità, e più autocensura. Difficile non tracciare una linea tra il governo degli Stati Uniti che attraversa il Rubicone criminalizzando a livello internazionale il giornalismo e il freddo clima attuale per la libertà di espressione”. Sono le parole del fondatore di WikiLeaks, Julian Assange, testimoniando al Consiglio d’Europa davanti alla commissione Affari giuridici e i diritti umani dell’assemblea parlamentare.
Questa è la prima volta che il fondatore di WikiLeaks prende la parola in pubblico da quando è stato liberato alla fine del giugno scorso dopo aver trascorso gli ultimi quattordici anni nell’ambasciata ecuadoriana a Londra e poi detenuto nel carcere britannico di alta sicurezza di Belmarsh.


