Una pinta di ‘chiara’ è salita da 3,96 euro nel 2010 a 4,80 euro nel 2020 fino a oltre 5,30 euro nelle ultime settimane.
A questo rincaro dei prezzi, si aggiunge la previsione di un calo della produzione mondiale del 16%, a causa del riscaldamento globale che incide sulla produzione degli alimenti che compongono la famosa bevanda ‘bionda’ ossia malto, orzo e luppolo.
Un’impennata dei prezzi che, secondo i produttori AB InBev e Alken-Maes, è essenzialmente dovuta al vertiginoso aumento dei costi di produzione. Ed infatti per le industrie alimentari che producono birra, è aumentato non solo la bolletta energetica ma anche i costi degli imballaggi in plastica, dell’alluminio e del trasporto in container e soprattutto le materie prime.
È proprio di oggi la notizia che il produttore di birra danese Carlsberg – quarto al mondo – nonostante gli utili in crescita del 13%, si aspetta una crescita limitata dell’utile operativo nel 2022 proprio a causa dei costi delle materie prime.



