Ultima settimana di campagna elettorale in vista dei ballottaggi del 26 giugno che decideranno la corsa a sindaco in 13 capoluoghi. Una partita che in alcune città si gioca sul filo dei voti e in cui potranno essere determinanti anche le preferenze degli elettori di liste che non hanno formalizzato il sostegno ad un candidato. Ballottaggi a Verona, Parma e Catanzaro.
Nella città scaligera tra Damiano Tommasi (centrosinistra) e Federico Sboarina (centrodestra) con l’ex calciatore in testa. A Parma tra Michele Guerra (centrosinistra), in vantaggio, e Pietro Vignali (centrodestra). A Catanzaro tra Valerio Donato (Fi-Lega) che ha ottenuto il 44% dei voti e Nicola Fiorita (Pd-M5s), con il 32%.
La sfida a Verona e le tensioni nel centrodestra
Il tentativo di andare ad un apparentamento formale tra Sboarina e Tosi è naufragato dopo l’ultimo rifiuto opposto dal candidato di Fratelli d’Italia. E un caso è diventata una lettera del vescovo Giuseppe Zenti, in un messaggio ai sacerdoti in vista del voto. A finire sotto i riflettori le parole sulla “famiglia voluta da Dio” e le questioni gender. Famiglia e gender sono un nervo scoperto della città.
“Dovere dei sacerdoti in occasione delle tornate elettorali – ha scritto il prelato – è far coscienza a se stessi e ai fedeli di individuare quali sensibilità e attenzioni sono riservate alla famiglia voluta da Dio e non alterata dall’ideologia del gender, al tema dell’aborto e dell’eutanasia”. Ciò con l’avvertenza di “non schierarsi per partiti o persone”, ma segnalando la presenza o meno “di valori civili con radice cristiana” nei programmi dei candidati.
Per completezza, Zenti ha aggiunto altri temi sensibili per la Chiesa: “La disoccupazione, l’attenzione alle povertà, alle disabilità, l’accoglienza dello straniero, la scuola cattolica”. Un’entrata a gamba tesa contro cui ha subito tuonato Azione, che sostiene Damiano Tommasi e il centrosinistra. “Mi sembra una gravissima ingerenza – ha affermato Carlo Calenda – fuori dal tempo e dal galateo dei rapporti istituzionali”.
A Parma il centrosinistra cerca la vittoria
Il divario dei voti raccolti al primo turno è infatti amplissimo: Guerra, assessore alla cultura della giunta uscente, alla guida di una coalizione che ha riportato la pace fra Pizzarotti e il Pd (che per dieci anni è stato all’opposizione) non è riuscito infatti a vincere al primo turno, ma ci si è avvicinato, con il 44%. Il suo sfidante, Pietro Vignali, sindaco dal 2007 al 2011 poi dimessosi dopo un’inchiesta giudiziaria che coinvolse la sua giunta, sostenuto da Lega e Forza Italia, si è fermato al 21%.



