Accordo praticamente raggiunto tra il titolare del Dicastero del MEF, l’onorevole leghista moderato Giancarlo Giorgetti, e l’Associazione bancaria italiana, ABI, presieduta da Antonio Patuelli, con l’obiettivo di evitare un rincaro addizionale di mezzo punto percentuale in capo all’imposta regionale sulle attività produttive, Irap, destinata comunque ad aumentare di due punti nella manovra economica di bilancio di prossima approvazione parlamentare

Fumata bianca tra Governo Meloni e settore bancario, dopo gli scossoni, potremmo dire tellurici, delle più recenti settimane nel corso delle quali ha tenuto banco il dibattito, scatenato demagogicamente dalla Lega populista di Matteo Salvini, relativo al sacrificio richiesto, ovvero imposto agli istituti di credito a titolo di concorso al saldo attivo dello Stato. Il mix degli interventi prospettati, per quanto attiene alla partita messa a carico delle aziende bancarie e assicurative, ha voluto essere, secondo le mire dell’esecutivo di centrodestra, un compromesso fra una quota di carattere impositivo e un’altra di tipo contributivo. Il proposito è di raccogliere, da tale ambito macroeconomico, una dote di circa quattro miliardi di euro, praticamente quasi un quarto della manovra minimalista del Governo Meloni/Giorgetti, dote finalizzata soprattutto alla copertura di un capitolo sanitario sempre più emergenziale, connotato da liste d’attesa interminabili e da una privatizzazione strisciante delle filiere ambulatoriali, diagnostiche e terapeutiche, in atto sotto governi sia di sinistra che di destra.

Il Professor Beppe Ghisolfi, Banchiere scrittore, intervenuto come ospite nel corso di una recente puntata dell’Aria che Tira, il talk show di punta del mezzogiorno italiano condotto da David Parenzo, ha rimarcato – in piena continuità con il Presidente Patuelli di cui è amico e collaboratore – che ogni aumento improprio della tassazione sulle banche, settore che non corrisponde a sistema poiché caratterizzato da interna concorrenza, finisce con lo sviluppare un effetto di tipo traslativo (circostanza piuttosto chiara ai sensi dei rudimenti di educazione finanziaria) nei confronti dei risparmiatori e dei correntisti.
Nello stesso tempo, appare incomprensibile un emendamento come quello relativo alle riserve auree della Banca d’Italia, poiché un loro passaggio di giurisdizione potrebbe originare un drastico calo delle quotazioni internazionali dell’oro, con effetti negativi proprio per le famiglie della classe media.
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