Bankitalia: il Pil accelera in estate, +5,1% nel 2021

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La ripresa prende sempre più forza in Italia. L’economia sta conoscendo un’accelerazione estiva che porterà nell’anno il Pil a salire del 5,1%.

La Banca d’Italia ritocca ancora una volta all’insù le stime per la crescita contro il +4,9%-5 di giugno e il +5% di due settimane fa pronunciato dal governatore Ignazio Visco. Certo, è il caveat dell’istituto centrale nel bollettino economico, molto dipenderà dall’evoluzione della pandemia sia in Italia sia nel mondo. In uno scenario favorevole su questo fronte l’economia potrebbe tornare ai livelli pre covid nella seconda metà del 2022 con una crescita in quell’anno del 4,4% e del 2,3% il successivo ed effetti benefici sul mercato del lavoro che compenseranno così lo sblocco dei licenziamenti. Il risveglio dell’economia può contare su diversi fattori, in primis le misure straordinarie di sostegno e ripresa finanziate dal bilancio pubblico e dai fondi europei del Recovery plan.

Se l’Italia riuscirà a mettere a terra e in fretta i progetti previsti, questi contribuiranno a 4 punti di Pil in tre anni, di cui la metà attribuibile al Pnrr. E però non saranno solo le misure straordinarie a fare la differenza. Il bollettino economico di Via Nazionale cita infatti una produzione industriale tornata ai livelli pre pandemia, una crescita degli investimenti e un risveglio dei consumi delle famiglie, spinto anche dal tasso di risparmio accumulato in questi mesi (+17,8% con una raccolta bancaria a 2mila miliardi di euro) e che potrebbe vedere concretizzare gli acquisti di beni durevoli (come le automobili) rinviati nel 2020. Anche qui, a seconda dell’evoluzione della pandemia, i consumi potrebbero dare una spinta ancora più consistente alla crescita del Pil. Aiuteranno poi le condizioni finanziarie distese della Bce. I tassi, come sottolinea anche l’Abi, viaggiano sempre sui minimi storici.

A giugno era all’1,16% il tasso medio sulle nuove operazioni riconosciuto alle imprese e all’1,44% quello relativo ai mutui per la casa e i prestiti continuano a crescere. Le sofferenze delle banche sono scese sotto 18 miliardi anche se bisognerà vedere l’effetto negativo quando finiranno le moratorie e diversi settori economici oramai fuori mercato riverseranno la loro crisi nei bilanci. L’onda lunga della ripresa economia dovrebbe trainare l’occupazione, con le nuove assunzioni che compenseranno l’effetto negativo dello sblocco dei licenziamenti.

L’impattodella rimozione dei provvedimenti di blocco dei licenziamentisull’occupazione complessiva viene in larga misura compensatodalle nuove assunzioni”, scrive la Banca che nei mesi scorsi hasempre giudicato la misura utile ad evitare un salasso maggiorenella perdita dei posti di lavoro che ha comunque colpito icontratti a tempo determinato. Per la Banca d’Italia nelprossimo triennio le ore lavorate aumenterebbero di oltre l’11%riportandosi alla fine del 2022 sui valori precedenti lapandemia. Anche il numero di occupati” è previsto espandersi”nei prossimi trimestri, tornando al di sopra dei livellipre-crisi entro i primi sei mesi del 2023″. Il tasso di disoccupazione, in aumento nel 2021 (al 10,5%), si ridurrebbe inseguito, collocandosi al 9,9% nel 2023. –